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Dakar 2017. Mission

Dic 24, 2016
Dakar 2017. Mission

Parigi, 24 Dicembre. Andiamo alla Dakar. Ve lo aspettavate? Certo. Ma facciamo un po’ di teatrino anche noi, pompando sull’”Evento”. L’”N”esima Dakar. L’ultima Avventura del Motorismo, l’ultima grande Avventura dell’Uomo e della sua voglia di misurarsi con qualcosa che sa essere più grande, se non di lui almeno della sua e della altrui normalità. Da solo. Questo è importante. Per quanto faccia parte di un Team, di un Gruppo, di un obiettivo collettivo, l’”Avventuriero” della Dakar è uno sfidante che si troverà prima o poi da solo contro gli elementi chiave del confronto. Anche per noi è un’Avventura. Misurata, mitigata dalla forza del “Collettivo” che rappresentate, voi che aspettate le nostre righe per partecipare all’Evento, senz’altro lontana da quello spirito “no limits” che troppo spesso ha travalicato il lato sensato della definizione, ma pur sempre una Avventura. Di sicuro un’avventura della passione, altrimenti ce ne staremmo davanti al caminetto, che è appassionante anche quello.

C’è un navigatore solitario, Armel Le Cleac’h, che è partito da Sables d’Olonne all’inizio di Novembre, che è sceso nell’Atlantico, è passato nel Pacifico, oltre i Capi di Buona Speranza e Leewin, ha superato i 40 Ruggenti, i 50 Urlanti, schivato icebergs e invisibili pericoli galleggianti, vinto tempeste e onde gigantesche. Armel è lo Skipper di Banque Populaire VIII, il monoscafo IMOCA 60 con il quale a medie veliche da capogiro è al comando della Vendée Globe, la grandissima regata per quei Solitari che ormai fanno il giro del Mondo in meno di 80 giorni. Le Cleac’h ha superato anche Capo Horn, dove era atteso il giorno di Natale, ha stracciato anche questo record e risale l’Atlantico per tornare in Francia.

Per quanto faccia parte di un Team, di un Gruppo, di un obiettivo collettivo, l’”Avventuriero” della Dakar è uno sfidante che si troverà prima o poi da solo contro gli elementi chiave del confronto

Il suo grande avversario non è Alex Thomson, l’inglese al secondo posto che combatte contro gli elementi con l’ala ferita del suo veliero Hugo Boss, ma l’imprevisto, la fatica, il cedimento di una parte della sofisticatissima Barca. Armel Le Cleac’h ha alle spalle un Team che lo segue come un’ombra, che ne vede e prevede le mosse, che sorveglia sulle sue ore di sonno e sui capricci del meteo, che all’occorrenza traccia le sue rotte e interviene per guidare una riparazione. È una Grande Squadra, necessaria, e davanti c’è il Navigatore Solitario, Armel Le Cleac’h. Eroe gigantesco di un confronto di cui egli stesso sposta i limiti in avanti, mantenendo vivo l’impeto e il fascino di un’Avventura straordinaria. L’Avventura della Paraguay-Bolivia-Argentina ha dei punti di contatto con la Vendée e con la nostra, che tuttavia non vuole tracciare alcun nuovo limite, che non sia il vostro piacere di leggerci. L’analogia con ogni moderna Avventura è nell’anima strutturale della sfida, che non è più il singolo ma il Team, anche se è il primo che si espone direttamente.

Il bello della nostra Avventura è la Squadra, il “Backup” che seguirà in redazione, sorvegliando il Rally e ogni sua mossa, la nostra Dakar sul terreno. Non sapremmo come fare altrimenti, e non vorremmo fare in nessun altro modo. Nella Forza del Team “misto” motopuntoit-automotopuntoit c’è la possibilità di fare qualcosa di straordinario nella speranza di offrirvi qualcosa che non deve essere straordinario ma comunque eccellente al punto da vincere la sfida dell’eccellenza. Tuto qui, ambizioni ridotte all’osso J. Ecco la formazione. Sarti, Burgnich, Facchetti… no, scusate, pensavo alla più leggendaria delle formazioni e non poteva che venirmi questa. No, la nostra è composta da Ippolito Fassati, Andrea Perfetti, Marco Congiu, Diletta Colombo, Camilla Pellegatta, Stefano Berg, Luca Catasta, a loro volta con il backup delle redazioni di moto.it e automoto.it.

Faremo del nostro meglio, secondo uno schema che non finiremo mai di collaudare. Testi, foto, video. Quotidianità e cronaca, largo respiro. Informazioni e riflessioni, racconti, foto, e contenuti, vi annunciamo, esclusivi. Tutto per voi, pochi milioni soltanto, che ci seguite appassionatamente da tempo immemorabile ormai. Grazie!

E poi, non facciamola tanto lunga, non sarò neanche solo. Avrò un compagno di Avventura che rende il nostro progetto ben più speciale, direi privilegiato. L’Equipaggio della nostra Dakar 2017 si arricchisce della presenza di Franco Acerbis. Sapete cos’è un atto di presunzione? Ecco, ve ne do un esempio. Presunzione sarebbe volervi presentare Franco Acerbis. Presentare una persona e un’icona del fuoristrada che tutti conoscono. Non siamo presuntuosi, non a tal punto, e di Franco voglio solo tracciare una parte del Curriculum, distillandone la competenza più specifica e più vicina alla nostra Avventura. Franco Acerbis è stato Pilota e ha corso, beninteso. È un guru dell’Enduro e un appassionato dall’incredibile creatività, anche per questo l’inventore di quell’Industria che ha cambiato il mondo del Fuoristrada. Visto che il sangue non è acqua, Franco motociclista è nato, naturalmente, sulle montagne del bergamasco, ma ha vissuto l’esplosione dell‘Avventura dei Rally-Raid in Australia, Marocco, Atacama, Patagonia, Cile, l’estroverso mondo Racing Made in USA in oltre una dozzina di Baja California, e il curioso pianeta sudafricano del Roof of Africa. Passione. Passione al punto di rappresentare la Dakar in Italia per quasi tre lustri, iniettando forze, idee e creatività che nessun “funzionario” si è mai neanche sognato, e dunque lasciando una traccia profonda, ancor oggi visibile, e rappresentando, sempre per la passione nazionale, i Rally di Tunisia e Faraoni.

Non facciamola tanto lunga, non sarò neanche solo. Avrò un compagno di Avventura che rende il nostro progetto ben più speciale, direi privilegiato. L’Equipaggio della nostra Dakar 2017 si arricchisce della presenza di Franco Acerbis

Ma la perla dell’attività di Franco Acerbis nell’Avventura dei Rally-Raid è l’invenzione e la creazione di due Eventi straordinari e insuperati, l’Incas Rally in sei edizioni, di cui una “Speciale” e una mitica Lima-Rio, e il Nevada Rally, quattro edizioni di una Corsa fantastica. Sono stati eventi “che voi umani neanche potete immaginare”!

Ecco, mi sembra che in questa “telegrammizzazione” del curriculum di Franco Acerbis ci sia abbastanza perché possiate capire che razza di privilegio è diventata la nostra “Mission Dakar”!

Talmente contento che rischio di dimenticare di farvi gli auguri.

A nome di tutto il Team, Buon Natale e Felice, straordinario Anno Nuovo (Soprattutto dall’inizio)!

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