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Omofobia, coppia gay fa causa a Fratelli d’Italia

Dic 22, 2016

La loro foto, in Italia, aveva fatto il giro dei social e dei siti web, ed era stata affissa lungo strade e piazze. Ma non per le finalità per le quali era stata scattata nel 2014.

La fotografia di una coppia gay canadese che stringe al petto il figlio appena nato da una madre “surrogata”, realizzata dalla fotografa Lindsay Foster per un progetto a sostegno della “surrogacy” (pratica diffusa e legale nel paese nordamericano), è stata usata da Fratelli d’Italia per una campagna contro l’utero in affitto nei giorni in cui era in discussione la legge sulle unioni civili. “Lui non potrà mai dire mamma. I diritti da difendere sono quelli dei bambini”, era lo slogan che accompagnava l’immagine dei due papà con il loro piccolo. Un utilizzo indebito, non autorizzato, contrario alle finalità per cui lo scatto fu realizzato, di fatto una violazione del diritto d’autore, nonché un danno alla famiglia, secondo gli avvocati bolognesi di Gaylex, che oggi hanno citato in giudizio il partito di Giorgia Meloni a nome della coppia e della fotografa.

“Quando per la prima volta abbiamo scoperto che la nostra foto era stata usata da Fratelli d’Italia, siamo rimasti sconvolti. Questo scatto per molti è diventato un simbolo d’amore e non potevamo comprendere come qualcuno potesse utilizzare questa foto per odio”, ha spiegato da Toronto all’agenzia Dire Frank Nelson, padre assieme a Bj Barone del piccolo Milo.

A segnalare l’utilizzo improprio della foto è stato un cugino italiano di Barone. “Non sapevamo cosa fare – racconta ancora Nelson -: nello stesso periodo un altro politico in Irlanda stava usando la nostra fotografia per gli stessi scopi. Ma noi non volevamo che la nostra foto fosse utilizzata in una campagna contro la comunità lgtb, in Italia o in Irlanda. Così abbiamo avviato una campagna twitter”. Peraltro, aggiunge Nelson, “sapevamo che quello che Fratelli d’Italia stava facendo era illegale. Hanno usato la nostra foto senza permesso, mettendo a rischio anche un minore”.

Dopo aver cercato l’aiuto di alcuni avvocati in Canada, Frank e Bj sono stati contattati da Cathy La Torre e Michele Giarratano,

di Gaylex, e hanno deciso di intentare una causa, assieme alla fotografa Lindsay Foster, per tutelare i diritti della loro famiglia e del loro figlio.

“Siamo nati con lo scopo di fare le pulci agli omofobi, di chiedere ristoro per i danni subiti da chi è vittima di omotransfobia – spiegano La Torre e Giarratano – perché in Italia talvolta le sentenze sono più innovative del pensiero politico, e negli ultimi anni ne abbiamo avuto molte conferme”.

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