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Borse europee contrastate, il virus spaventa ancora i mercati. Fca in rialzo a Piazza Affari dopo l’ok alla fusione

Gen 5, 2021

MILANO – Ore10. Le Borse europee ripartono in calo e poi invertono parzialmente la rotta ai primi scambi, lo sguardo dei mercati sempre rivolto all’andamento dei contagi e in particolare al Regno Unito, dove il presidente Boris Johnson ha annunciato ieri un nuovo lockdown nazionale. Milano resta in calo, Londra sale dello 0,52%, Francoforte avanza dello 0,11% e Parigi è piatta. A Piazza Affari fa bene Fca (il titolo in diretta), dopo il via libera ieri della assemblee alla fusione con Psa.

Meglio orientati i listini asiatici e in particolare quelli cinesi, che beneficiano della decisione del New York Stock Exchange di annullare il delisting delle tre grandi società di comunicazione quotate a Wall Street, inizialmente previsto da un decreto del presidente uscente Donald Trump di novembre. Di segno opposto invece Tokyo, che si ferma a -0,37% scontando l’imminente avvio di un nuovo stato di emergenza.

Sul fronte dei cambi, l’euro è in leggero recupero su dollaro e viene scambiato a 1,2270 dollari con un rialzo dello 0,18%. Quasi invariato invece il cambio con la divisa giapponese a quota 126,28 yen.

I timori per una possibile crisi di governo, con i ministri di Italia Viva che minacciano un addio all’esecutivo, continuano a non farsi sentire sullo spread, che si mantiene poco movimentato in zona 115 punti, con il rendimento del titolo decennale italiano allo 0,54%.

Giornata non particolarmente ricca di dati macroeconomici. In Germania le vendite al dettaglio sono cresciute a novembre dell’1,9% e del 5,6% su base annuale mentre il tasso di disoccupazione a dicembre è è risultato stabile al 6,1%. Nel pomeriggio, dagli Usa, atteso l’Ism manifatturero relativo al mese di dicembre.

Tra le commodities, lieve ribasso per le quotazioni del petrolio questa mattina dopo che ieri i Paesi Opec+ non sono riusciti a trovare un’intesa sui livelli di produzione di febbraio, con Russia e Kazakistan favorevoli a un incremento e dall’altra parte un fronte molto più ampio contrario a un nuovo aumento, dopo quello già deciso per gennaio. Il Wti perde lo 0,19% a 47,53 dollari il barile mentre il Brent scende dello 0,25% a 50,96 dollari.

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