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Cultura e tempo libero, nel settore più colpito cresce il Centro Italia e lo show va sul web

Dic 18, 2020

qualità della vita

Gli spettacoli perdono il 75% dei ricavi Avanti Emilia-R., Marche e Toscana, arretrano Roma e Milano

di Antonello Cherchi

Effetto Covid sulle citta’ del Nord, crolla la qualita’ della vita

Gli spettacoli perdono il 75% dei ricavi Avanti Emilia-R., Marche e Toscana, arretrano Roma e Milano

18 dicembre 2020


3′ di lettura

Emilia Romagna, Marche e Toscana: si gioca tra queste tre regioni la top ten delle province nel settore della cultura e del tempo libero. Se si eccettua il secondo posto di Savona, per il resto è affare loro: primeggia Rimini, che conferma la leadership dello scorso anno, a cui fanno buona compagnia Bologna (terza) e Forlì-Cesena (ottava). A ridosso del podio c’è Ascoli Piceno, seguita al sesto posto da Macerata. Siena (quinta), Grosseto (settima), Massa-Carrara (nona) e Firenze (decima, l’unica delle prime dieci ad arretrare rispetto al 2019) rinverdiscono la tradizione che vuole la Toscana terra d’arte e di cultura.

E, a proposito di tradizione, Roma scivola al 28° posto e rimane dietro Milano che si piazza al 18°, ma – per ragionare nell’ambito dei grandi centri – a larga distanza dal 70° posto di Napoli, che fa un grande balzo all’indietro rispetto all’edizione precedente.

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Misurare la grande bellezza

Quindici parametri per stilare la classifica della frequentazione del bello da parte degli abitanti delle province italiane. Indicatori che aiutano a fotografare anche l’annus horribilis della cultura, fermata dalla pandemia. Uno stop generalizzato che ha imposto a musei, teatri, cinema, concerti, mostre, spettacoli e biblioteche di chiudere, ma che non ha spento la voglia di bellezza, che si è lentamente trasferita sul canale digitale. Con un certo successo: la prima del San Carlo di Napoli e quella della Scala hanno portato la cultura nel mondo grazie alla rete, i musei hanno riorganizzato percorsi online, la musica ha provato a proporsi sul web.

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La connessione è diventata, come per tante altre attività, la misura del fare cultura di quest’anno. E uno degli indicatori fotografa la predisposizione degli italiani a immergersi nell’arte anche da remoto: gli abbonamenti alla banda larga, per quanto riferiti al 2019, sono la spia di quanto si è concretizzato da marzo in poi. Ci sono, poi, parametri che misurano non solo una tendenza ma uno stato di fatto: il numero di librerie e quello dei cinema o, per andare più sul tempo libero, quello delle palestre, dei ristoranti e degli eventi sportivi sono un’istantanea scattata a fine settembre. E riguardo agli eventi sportivi c’è anche il mix di quattro indicatori che misura l’impatto del Covid sul settore.

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