La metodologia utilizzata nella ricerca sembra essere stata in grado di cogliere immediatamente almeno le conseguenze dirette della pandemia. La qualità della vita è risultata buona o accettabile in 60 su 107 province italiane. Dai dati si desume inoltre che circa il 42,5% della popolazione italiana, era circa il 44% lo scorso anno, vive in territori contraddistinti da una qualità della vita scarsa o insufficiente. Il gruppo di province caratterizzate da un livello di qualità della vita insufficiente è composto quest’anno esclusivamente da province dell’Italia meridionale e insulare. Il che significa che la qualità della vita di oltre il 60,1% della popolazione residente nel Mezzogiorno è al di sotto di livelli considerati accettabili.
Per quanto riguarda le prime posizioni, dopo le due province, ci sono due nuovi ingressi: Vicenza (era 14ª) e Padova (11ª). Ma il salto più alto è di Ascoli Piceno: dalla 37ª alla quinta posizione. Esaminando, invece, le posizioni di fondo, sopra Foggia è stabile Crotone, mentre Agrigento sale due gradini. Quanto a Foggia, si piazza all’ultimo posto. Deludono le grandi aree urbane: per trovare Milano bisogna scendere alla posizione 45 (era 29ª); Roma è al 50° posto (ma in risalita dal 76°), Torino al 64° (dal 49°) Napoli è in coda (103ª, era terzultima).Bolzano e Bologna aprono la classifica di “Affari e lavoro”, mantenendo le posizioni di vertice già ottenute in passato, così come Trento, che al terzo posto di nuovo conferma i piazzamenti già ottenuti negli ultimi anni. Ultima in classifica, come nel 2019, è Crotone. per l’ambiente Trento si classifica al primo posto seguita da Milano, Pordenone e Sondrio. Le province che figurano nelle posizioni di testa sono 21, come nella passata edizione, ma vedono l’esclusiva presenza di province dell’Italia settentrionale. Come lo scorso anno, chiude la classifica Catania.
Quanto a reati e sicurezza, Ascoli Piceno è la provincia più sicura d’Italia, confermando gli ottimi piazzamenti già conseguiti nelle passate edizioni. Seguono Nuoro, Treviso e Oristano, che a loro volta confermano la presenza nelle zone alte della classifica. Rimini chiude la classifica in ultima posizione per il terzo anno consecutivo. L’aspetto della sicurezza sociale quest’anno comprende indicatori utili a catturare l’effetto determinato dall’attuale crisi pandemica come la variazione nella mortalità e l’incidenza dei casi registrati di Covid-19. La provincia che quest’anno apre la classifica è Imperia, con un balzo di 89 posizioni, seguita da Benevento, Ascoli Piceno e Fermo. Le province del Sud tornano a figurare nel gruppo di testa, invertendo una tendenza consolidatasi nelle passate sette edizioni. Nel gruppo di coda Bergamo, Lodi, Sondrio e Cremona.
Trento si classifica in prima posizione anche per istruzione e formazione, a seguire altre tre province del Nordest, Bologna, Trieste e Udine. Ultima in classifica è Crotone. nel sistema salute, confermando il risultato già conseguito, Isernia si classifica al primo posto, seguita da Terni, Cagliari e Catanzaro. Le posizioni di coda vedono 6 città dislocate nel Nordovest, Cuneo, Vercelli e Asti; Como; Imperia e La Spezia. Anche il Nordest figura nel gruppo di coda con 6 province, fra cui Trento; Vicenza e Treviso; Trieste e Gorizia; Reggio Emilia.
Per il tempo libero e il turismo Siena si conferma al primo posto, confermando i piazzamenti conseguiti nelle sei passate edizioni, così come Rimini, Aosta e VerbanoCusio-Ossola, mentre Grosseto si piazza in quinta posizione. Chiude la classifica, come negli anni precedenti, Crotone. Infine, Milano conferma il piazzamento già ottenuto lo scorso anno per reddito e ricchezza e apre la classifica sul tenore di vita. A seguire nel gruppo di testa c’è Bologna, che a sua volta conferma il secondo posto del 2019, poi Aosta e Parma. Chiude la classifica, come lo scorso anno, la provincia di Crotone.