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WRC17 Mexico. Difendiamo Guanajuato!

Mar 10, 2017
WRC17 Mexico. Difendiamo Guanajuato!

Leon, 10 Marzo 2017. “Riordino” alle 05:30, all’aeroporto di Leon, per salire sul charter che decolla un’ora dopo. Inizia così la prima giornata del 14° Rally Mexico per Piloti e Navigatori, Team Manager e Meccanici (pochi), Media e qualche privilegiato (a volte li chiamano “imboscati”). I meno fortunati sono già da un’ora e passa sui bus che portano alla medesima destinazione, ma con tempi ulteriormente dilatati, e ancora prima sono partite le Macchine da Corsa, sulle bisarche. Inizia così la marcia di avvicinamento alla prima Speciale del Rally, due performance sul tracciato cittadino disegnato sul selciato di Piazza della Costituzione, familiarmente conosciuta come Plaza Zocalo, una delle più grandi del Mondo per una notte patrimonio eccezionale del WRC.

Noi siamo destinati alla classe dei meno fortunati, per cui…

Gerardo è un bravo fotografo di Leon. Discepolo del Maestro Manrico “Hummer” Martella, Gerardo ama i Rally, la fotografia e il “suo” Rally, quello che da quando è nato è intitolato a Guanajuato, lo stato a Nord di Città del Messico che prende il nome dalla omonima Città che ne è la Capitale. Anzi, è stato proprio lo Stato, la sua Capitale e la Città di Leon a promuovere gli albori del Rally messicano. C’erano, e ci sono, tutte le condizioni ideali: prosperità, fervore industriale con un florido settore “motive”, il rispetto per uno Sport spesso ostracizzato, il desiderio di farsi conoscere e una città bellissima da mettere in vetrina: Guanajuato. Forse giocando vagamente sull’equivoco, da sempre Mexico è il Rally GTO, ovvero Guanajuato. Poi c’è Corona, altra importante icona messicana e locale, e del Rally.

Poi arriva la rivoluzione, Città del Messico diventa il trampolino della 14ma edizione e monta uno spettacolo e un’operazione faraonici, affascinanti sulla carta, complessi nella logistica e incerti sotto il profilo popolare a cui è, almeno in parte e nei propositi, è destinata l’iniziativa. Indubbiamente è la materia di cui si parla di più e che per un momento mette in disparte la tradizionale realtà del Rally. Per un giorno, ma saranno cinque minuti “veri”, il resto una lunga giornata di operazioni di PR, Città del Messico e la sua Plaza Zocalo si impadroniscono del Rally. E i media, ovviamente, dietro.

Gerardo ci previene, e ci suggerisce che il meteo non pare così garantito, e ci ricorda che se a Leon o Guanajuato minaccia di piovere probabilmente non scenderà una goccia d’acqua (ma poi anche lo shakedown è venuto “umido”), ma se minaccia a Città del Messico è sicuro che pioverà. Ci invita a riflettere, e poiché apparteniamo a quella classe degli sfigati, destinati a 22-24 ore di bolgia tra bus, code, folla e “inutilerie” varie per quei cinque minuti di spettacolo, accettiamo il suo invito a seguire il programma “originale”. Ed è così che organizziamo la giornata in un altro modo. Andremo a visitare Guanajuato, che accoglierà nei suoi sotterranei alla “Underground” la sua iconica prova speciale venerdì sera ma che non ha rinunciato alle varie forme dei suoi originali e tradizionali cerimoniali di ospitalità, scambieremo quattro concetti di base con Massimo Carriero, per capire come si devono preparare le Macchine da Rally per questi Rally della nuova era, e finalmente ci occuperemo della prova-spettacolo, più tardi, in fondo al programma e in modo più “virtuale” ma… asciutto.

Guanajuato è una città straordinaria, uno spessore culturale altrimenti inesistente da queste parti. È stata, fino alla fine del 18° secolo, una delle città più ricche del Mondo, tanto da arricchire spropositatamente un Paese che non era il suo. Oro, metalli, soprattutto argento, ed è così che la Montagna su cui è nata e si è sviluppata è crivellata dalle gallerie delle miniere che sono state il suo emblema economico e storico. È graziosa e ancora solenne, colorata e allegra, urbanisticamente originale e architettonicamente sbalorditiva, ed è lì con le sue piazze e i suoi monumenti ad accogliere milioni di turisti e… di appassionati del Rally venuti apposta. È una visita che ciascuno di noi deve mettere in agenda, Rally o non Rally.

Solo più tardi, finalmente, a Città del Messico la Prova Spettacolo ha inizio. Ha piovuto nel pomeriggio, e lo fa ancora dopo le prime partenze, rimescolando le carte della Ps e dell’Evento nell’Evento, meno piacevole di quanto era lecito immaginarsi a causa dell’insistente, fastidioso maltempo. Anche il pubblico, presente, non trabocca, e il risultato, imponente sul piano prettamente scenico e simbolico, suscita nei protagonisti più luoghi comuni che appunti da ricordare. Resta comunque una notevole impresa organizzativa, encomiabile.

Toyota, ancora, poi Ford, Citroen (quella considerata in ritardo, ma solo pour parler, date retta) e Hyundai. Tutto da vedere insomma, il Campionato più del rush “CDMX”

1.570 metri del tracciato tra jersey, fettucce e birilli, sono da eseguire due volte. Non si ha il coraggio di chiamare le speciali Street Stage CDMX 1 e 2, ma è una sola Speciale, Street Stage CDMX… X e Y. La spuntano una volta Hanninen e una volta Ogier, ma è il finlandese della Toyota a “staccare” il miglior complessivo con ben 3 minuti e trentasette, un secondo e mezzo abbondante davanti a Tanak, e poi Meeke e Neuville. Ogier è indietro avendo pagato il “terreno” viscido al primo passaggio, solo 6°, e anche la cortissima Speciale della Capitale ha confermato, pur basando il giudizio sul sottilissimo indizio di quei tre minuti di corsa, che le Case Costruttrici sono tutte rappresentate alla guida della stagione. Dunque Toyota, ancora, poi Ford, Citroen (quella considerata in ritardo, ma solo pour parler, date retta) e Hyundai. Tutto da vedere insomma, il Campionato più del rush “CDMX”.

Avanti, il Rally vero deve ancora iniziare. Non appena rientrano tutti dalla Capitale si parte.

Chocolate, Las Minas, Guanajuato, Lajas de Oro. Sono nomi mitici e “terrificanti di alcune delle prove speciali del Mexico, un tourbillon delicatissimo di 18 PS insidiose, difficili, sorprendenti, tutto da giocare.

Foto: Manrico Martella, Gerardo Isoard, Mario Armas

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