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Maltempo, protezione civile: “In Veneto situazione apocalittica”. In Friuli colpita anche la seconda foresta degli Stradivari

Nov 3, 2018

“La situazione è pesante, apocalittica, strade devastate, tralicci piegati come fuscelli”. Lo ha detto a Belluno il Direttore del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale Angelo Borrelli all’incontro con il presidente del Veneto Luca Zaia, al termine del sopralluogo sulle zone colpite dal maltempo.”Dobbiamo partire subito perché se dobbiamo attendere la conta dei danni ci attiveremo almeno tra due mesi. Abbiamo una sofferenza in tutta Italia, ma in questo territorio è molto più pesante”.

Un quadro allarmante in Veneto. “Abbiamo registrato venti fino a 180 km orari nelle valli e dunque la devastazione è stata simile a quella della Liguria. Chiederemo la dichiarazione dello stato di emergenza per le prime risorse – ha aggiunto Borelli -. Poi normative ed ordinanze per la gestione dei detriti e gestione delle procedure di appalto per i lavori di ripristino. Dopo agosto il coordinamento nazionale della protezione Civile si è riunito per modificare il codice degli appalti. Avevamo auspicato delle norme da impiegare nell’ emergenza”.

Quattordici milioni di alberi distrutti dal maltempo, e dopo quella in Val di Fiemme, in Trentino Alto Adige, anche la seconda foresta per importanza per la presenza di abeti rossi dai quali si ricava il legno per realizzare gli Stradivari, ha subito gravissimi danni. Si tratta della Val Saisera, una foresta in frazione di Valbruna Malborghetto che si trova nella zona di Tarvisio (Udine) in alto Friuli, vicina al confine con l’Austria.

“Il danno al patrimonio naturale è pesante con ferite che non si rimargineranno subito. Dopo quella di Stradivari è andata abbattuta anche un’altra foresta dei violini: la foresta della Val Saisera la seconda foresta dei violini colpita. Era l’estremo baluardo difensivo dell’Impero Asburgico. La foresta degli abeti rossi che hanno dato vita a violini oggi famosi nel mondo. Le valli delle Dolomiti friulane zona Unesco sono inaccessibili per le frane. Siamo dinanzi ad un danno di cui non abbiamo ancora coscienza. Ho visto interi versanti con schianto di alberi e penso all’inevitabile dissesto che ne seguirà. Il bosco del Pradut è praticamente al suolo. Inaccessibile anche il mitico campanile di Val Cimoliana”. Così Franco Polo, Coordinatore delle Guide Ambientali Escursionistiche Aigae del Friuli Venezia Giulia che parla di intere valli isolate, “come la val Cellina,Val Vajont, Val Degano , l’alta Val Tagliamento, la zona di Sauris e dal Friuli la località turistica di Sappada per non parlare delle diverse frazioni isolate in un territorio di 300 km quadrati”.

A conferma arrivano i dati della Coldiretti e Federforeste che parlano di 14 milioni di alberi abbattutti dal maltempo, compromettendo l’equilibrio ecologico ed ambientale di vaste aree montane e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica. Dalle stime di Coldiretti e Federforeste emerge che a essere abbattuti sono stati soprattutto faggi e abeti bianchi e rossi nei boschi del Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli, dove ci vorrà almeno un secolo per tornare alla normalità.

La popolazione di mammiferi, uccelli e rettili è stata sconvolta, mentre la mancanza di copertura vegetale rende più probabili frane e smottamenti in caso di forti piogge. In una situazione in cui l’Italia importa già circa l’80% del legno che consuma, al danno ambientale si aggiunge quello economico, con importanti ripercussioni sull’intera filiera del legno, oltre che sul paesaggio e quindi sul turismo.

E’ praticamente raddoppiata rispetto all’Unità d’Italia la superficie coperta da boschi, che oggi interessa 10,9 milioni di ettari, ma, per effetto della chiusura delle aziende agricole, vaste aree si trovano senza alcuna gestione. Il disastro conseguenza del maltempo “è stato provocato certamente dalle straordinarie raffiche di vento – rimarca la Coldiretti -, ma favorito anche dall’incuria e dall’abbandono. In Italia siamo di fronte all’inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di un terzo della superficie nazionale, con una densità che la rende però del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza”.

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