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Magistrati arrestati, Nardi aspirava a una nomina al Comune di Roma: “M5S chiese curriculum”

Gen 17, 2019

Il magistrato del Tribunale di Roma Michele Nardi, in carcere da due giorni con il collega Antonio Savasta, entrambi all’epoca dei fatti in servizio a Trani, avrebbe aspirato ad un ruolo nella Giunta di Virginia Raggi. È un altro dei particolari che emergono dalle 862 pagine di ordinanza di custodia cautelare della magistratura salentina su una presunta associazione per delinquere finalizzata a pilotare indagini e sentenze giudiziarie e tributarie in cambio di tangenti.

“Verso la fine del mese di agosto 2016, – annota il gip – Michele Nardi veniva invitato da un esponente politico vicino al Movimento 5 Stelle ad inviare un proprio curriculum vitae alla segreteria del sindaco di Roma Virginia Raggi poiché la stessa era intenta alla formazione della nuova compagine amministrativa di governo del Campidoglio”. In una intercettazione del 2 settembre 2016 è lo stesso Nardi a parlare “della situazione politica di Roma – sintetizza il giudice – e della possibilità di poter essere nominato vice capo di gabinetto al Comune di Roma nella Giunta Raggi, così come proposto da un avvocato, vicino alla predetta Raggi”. Una possibilità che non si è mai concretizzata. Il ruolo era ricoperto da Raffaele Marra, l’ex braccio destra della sindaca arrestato per corruzione.

Le indagini hanno evidenziato una “trama vischiosa di rapporti intessuti da Nardi – spiega il gip di Lecce – che, sebbene non abbiano diretto riflesso sui fatti oggetto di contestazione o comunque non si traducano in specifiche fattispecie di reato, contribuiscono a delineare la personalità dell’indagato”.

Nel corso dell’attività investigativa, infatti, “è emerso il coinvolgimento di Michele Nardi in attività ambigue sulla cui liceità si nutrono seri dubbi, – si legge ancora negli atti – dal suo interessamento per l’assunzione di una sua presunta amante presso l’ufficio affari legali del Comune di Bisceglie per il tramite del sindaco pro tempore, Francesco Carlo Spina, al suo coinvolgimento in operazioni finanziarie con soggetti censurati” oltre alla “chiara propensione dell’indagato a sistemare vicende giudiziarie facendo ricorso anche a espliciti tentativi di corruzione, evidentemente non andati a buon fine”

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