Litigano su reddito di cittadinanza e Quota 100, litigano sulle pensioni d’oro e adesso pure sull’ecotassa. Con un emendamento alla legge di Bilancio presentato dal capogruppo dei senatori Massimiliano Romeo la Lega propone infatti di abrogare il bonus/malus sulle autovetture. Nessun aggiustamento o ritocco, come sino ad ora si era immaginato sulla scorta del tavolo tecnico aperto a metà settimana da Mise, ma abrogazione secca dei commi della manovra che vanno dal 611 al 620.
Di fatto un dietrofront rispetto alla decisione concordata l’altra settimana a Montecitorio. «Come governo siamo contrari a qualsiasi nuova tassa, sulle auto come su altro. Se gli amici del Movimento 5 Stelle trovano coperture per nuovi incentivi siamo ben contenti», attacca il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia. Immediata la replica dei 5 Stelle: «L’ecotassa? La Lega deve far pace con sè stessa in questo momento, perché l’emendamento era stato approvato alla Camera, quindi se ci sono dei correttivi da fare e c’è un dibattito aperto, ben venga, ma l’idea di sopprimere la misura mi sembra totalmente in contrasto con il contratto di governo» ribatte il sottosegretario allo Sviluppo Davide Crippa. A ruota lo segue il sottosegretario ai Trasporti, Michele Dell’Orco: «Il bonus è una misura imprescindibile, deve rimanere e le risorse di copertura da qualche parte ci devono essere. Il malus non è una nuova tassa e comunque la nostra intenzione è non toccare le utilitarie».
Stasera nuovo vertice
Da Palazzo Chigi, dove stasera si terrà l’ennesimo vertice tra Conte, Tria, Salvini e Di Maio, gettano acqua sul fuoco: «Sull’ ecotassa nessun braccio di ferro. La questione verrà affrontata, come sempre, col dialogo».
Di certo il 5 Stelle non intendono cedere: se il Carroccio dovesse insistere «ci sarà un passaggio di maggioranza» spiega Crippa. Ma al Senato oltre alla Lega anche Pd, Forza Italia. Fdi e Psi vogliono stralciare la norma incriminata.
Una possibile mediazione, come anticipato venerdì da la Stampa, è già stata messa a punto dal Mise e prevede l’esenzione dalla nuova tassa di tutte le utilitarie per evitare di gravare sulle famiglie alzando forse anche a 150 grammi/Km di Co2 la soglia minima di emissioni a partire dalla quale introdurre i disincentivi. E poi si ragiona sulla possibilità di ridurre il bonus a favore delle auto «green», sia escludendo le vetture a gpl sia riducendone l’importo massimo (4.000 euro anziché 6.000).
L’imposta originale, articolata in 9 fasce di emissioni (da 150 euro a 3.000 euro), stando alle stime del governo avrebbe colpito poco più di un milione di autovetture a fronte dei 2,08 milioni immatricolati nel 2017 (51,5%). Mentre altre 884 mila non sarebbero assoggettate a nuove imposte in quando comprese nella fascia di emissioni 90-110 grammi di Co2. Gli sconti andrebbero alle auto alimentate a gpl o con capacità inquinante compresa tra 70 e 90 grammi (131mila quelle immatricolate nel 2017), alle vetture ibride ed elettriche (circa 6mila). I contributi per queste tre fasce sono crescenti (1.500, 3 e 6.000 euro) con l’obiettivo di aumentare del 70% le immatricolazioni.
L’imposta sui veicoli più inquinanti (malus) porterebbe nelle casse dello Stato 374,8 milioni l’anno tra il 2019 al 2021, più che sufficienti per finanziare i 300 milioni annui destinati al credito di imposta (bonus). Il tutto senza contraccolpi sul mercato: secondo i tecnici, infatti, «il livello delle vendite di auto resterebbe invariato». Di parere opposto costruttori sia nazionali che esteri che invece temono un calo delle vendite compreso tra l’8 ed il 12%.
Di Maio/Salvini
Di Maio ieri in pubblico di ecotassa non ha parlato, ma ribattuto alle polemiche: «Giorgetti? Io il contratto l’ho firmato con Salvini e nel contratto c’è il reddito di cittadinanza». Il leader della Lega a sua volta abbozza:«Ci voglion far litigare – ha dichiarato ai tg -. Mi diverto molto leggendo i giornali» .
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