MILANO – La diffusione del coronavirus continua a dominare i dossier degli analisti economici in giro per le banche d’affari. Dopo che il Fmi ha detto che al momento l’economia globale potrebbe risentire del contagio e della paralisi dell’attività economica asiatica perdendo 0,1-0,2 punti di crescita, arriva da Nomura una stima più circostanziata degli effetti attesi dal virus. E per l’Italia non sono buone notizie: secondo la banca nipponica, nello scenario di base il Pil italiano scivolerà in recessione nel 2020, perdendo 0,1 punti percentuali (contro la crescita dello 0,6% del governo). La vecchia previsione era di una modesta crescita dello 0,2 per cento. Anche l’agenzia di rating Moody’s prende atto delle ultime notizie e taglia la stime di crescita del G20 per l’impatto negativo atteso dal coronavirus portandole a +2,4 per cento, dal precedente 2,6%.
Gualtieri: “Monitoriamo, eventualmente pronti a misure specifiche”
Numeri ai quali risponde indirettamente il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a Bruxelles per l’Eurogruppo: per quanto sia “ancora prematuro” fare una stima dell’impatto del coronavirus sull’economia italiana, Gualtieri assicura che al Tesoro si monitorano “gli effetti economici sui vari settori per individuare eventualmente misure specifiche a singoli ambiti”. Gli fa eco il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno: “Stiamo monitorando, ci aspettiamo un effetto temporaneo, dobbiamo preoccuparci ma anche guardare a prospettive più a lungo periodo per l’euro, e queste sembrano buone al momento”.
Le stime di Nomura: l’Italia soffre per il turismo
Dalla tabella pubblicata da Nomura, si evince che la stima di una leggera recessione potrebbe in realtà volgere al peggio: lo scenario più catastrofico prevede infatti una contrazione dell’economia tricolore di 0,9 punti percentuali.
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Nomura ha quindi rivisto al ribasso dello 0,3% il Pil per il primo trimestre di Germania e Francia, dello 0,2% dell’Italia e dello 0,1% della Spagna. Il basso tasso di crescita del nostro Paese gioca però a sfavore delle statistiche, facendo scivolare l’economia in recessione già nello scenario meno pessimistico.
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In quello negativo, in cui misure di blocco proseguono fino alla fine di aprile, l’economia dell’area euro soffrirà del rallentamento più prolungato e più acuto dell’economia cinese con un ulteriore indebolimento del commercio e ulteriori interruzioni delle catene di approvvigionamento. “In questo scenario vediamo Germania e Italia come i paesi più esposti, con Francia e Spagna che soffrono di meno”.
Nello scenario più grave le misure di blocco della Cina proseguono invece per l’intero semestre 2020. Se l’infezione dovesse diventare pandemia, la paura probabilmente aumenterebbe drammaticamente in Europa e l’attività in tutti i settori della vita economica ne risentirebbe in modo significativo. Sia la Germania che l’Italia cadrebbero in questo caso in recessione nel 2020 e non sarebbe escluso un ulteriore allentamento della politica monetaria, compresi tassi di interesse più bassi e, probabilmente, passi avanti nel programma di acquisto da parte della Bce.