E’ atterrato all’aeroporto di Pratica di Mare l’aereo militare KC-767 dell’Aeronautica militare con a bordo Niccolò, il 17enne rimasto bloccato a Wuhan, epicentro in Cina della nuova epidemia di coronavirus. Ad accoglierlo c’è il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio che ha scritto su “Facebook: Bentornato a casa!”.
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Per quanto riguarda l’Italia, buone notizie dallo Spallanzani di Roma dove sono ricoverati tre pazienti, un italiano e due cinesi, affetti da Covid-19. Il bollettino dei medici parla di “buone” condizioni per il ricercatore di ritorno dalla città di Wuhan. Il paziente, è spiegato, è senza febbre e “asintomatico. Continua la terapia antivirale”. Quanto alla coppia di coniugi cinesi provenienti dalla città di Wuhan, si legge, “continuano a essere ricoverati nella terapia intensiva del nostro istituto. Le loro condizioni cliniche sono stabili con parametri emodinamici invariati. Continuano terapia antivirale. La prognosi resta riservata”. Allo Spallanzani, poi, ci sono cinque pazienti ricoverati in attesa del test.
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“In totale sono “stati valutati, ad oggi, presso la nostra accettazione – spiegano i sanitari – 66 pazienti sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus. Di questi, 57, risultati negativi al test, sono stati dimessi. Nove pazienti sono tutt’ora ricoverati: 3 sono casi confermati (la coppia cinese attualmente in terapia intensiva ed il giovane proveniente dal sito della Cecchignola), 5 sono pazienti sottoposti a test per la ricerca del nuovo coronavirus in attesa di risultato Un solo paziente rimane comunque ricoverato per altri motivi clinici”.
L’odissea della Diamond
Almeno otto delle persone contagiate dal coronavirus a bordo della nave da crociera Diamond Princess, in quarantena nella baia di Yokohama in Giappone, sono “in condizioni serie”. Lo ha reso noto il ministero della sanità di Tokyo, secondo quanto riporta la NHK, il servizio pubblico radiotelevisivo giapponese. Sulla nave ci sono anche 35 italiani.
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Approfondimento
Primo contagio in Africa. E in Cina il virus uccide i medici negli ospedali
dal nostro corrispondente FILIPPO SANTELLI
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“Dal plasma dei guariti una possibile cura”
Stando a quanto sostiene il China National Biotec Group, una compagnia privata cinese, con il plasma dei guariti è possibile curare l’infezione: la compagnia informa di aver usato questo trattamento su dieci pazienti che hanno avuto miglioramenti in 24 ore e chiede ai sopravvissuti a donare plasma per continuare la sperimentazione. Il plasma delle persone guarite dal Sars-Cov-2, il nuovo coronavirus, è ricco di anticorpi che potrebbero essere d’aiuto nel curare l’infezione nei pazienti.
“In assenza di un vaccino e di terapie specifiche questo plasma è il modo migliore per trattare l’infezione”, spiega la compagnia. Questo tipo di terapia non è nuovo nelle infezioni, ed era stato tentato ad esempio, anche se senza successo, nel caso dell’epidemia di Ebola del 2014, mentre alcuni test all’epoca della Sars, riporta un articolo poi pubblicato sul Journal of Infectious Diseases, avevano evidenziato una riduzione nella mortalità. La compagnia afferma che i pazienti hanno mostrato una riduzione nell’infiammazione e nella carica virale, con un miglioramento del livello di ossigeno nel sangue.