• 26 Aprile 2024 8:47

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Borse deboli, Fed più cauta su tassi e crescita Usa

Mar 20, 2019

MILANO – Ore 12:45. Giornata interlocutoria sulle Borse mondiali, con gli investitori in attesa di cogliere le novità in arrivo dalla Federal Reserve: la Banca centrale americana dovrebbe delineare meglio il percorso di rialzo dei tassi, anche se alcuni – come Harm Bandholz, chief Us economist per Unicredit – non si aspettano altre strette per il 2019. Grande attenzione anche agli annunci possibili sul bilancio dell’istituzione di Washington. Secondo gli economisti di Intesa Sanpaolo, “si dovrebbe confermare l’aspettativa di fine dei disinvestimenti nella seconda metà dell’anno, e il probabile ritorno ad acquisti di Treasury dal 2020”.

I listini europei sono timidi in avvio: Milano oscilla sopra e sotto la parità e cede lo 0,05%. Deboli anche le altre: Francoforte cede l’1,3%, con Bayer appesantita dalla sconfitta al tribunale Usa sul glifosato, Parigi arretra dello 0,2% e Londra dello 0,15%. Come nota Michael Hewson, analista di CMC Markets, sulle Borse pesa il profit warning della multinazionale compagnia di consegne FedEx: ha avvertito che un calo delle entrate internazionali ha influenzato i profitti e i ricavi nel terzo trimestre, spingendo a ridurre la guidance per l’intero anno, con i ricavi in Europa particolarmente deboli.

Questa mattina, la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,2% a 21.608,92 punti. Le Borse cinesi hanno terminato gli scambi poco mosse: Shanghai -0,01%), Shenzhen -0,25%. Anche Wall Street ieri sera ha visto lievi cali, con i tre indici principali intorno al -0,1%.

Sul lato cambio, l’euro è poco mosso sopra 1,13 dollari: sui mercati del Vecchio Continente la moneta europea passa di mano a 1,1343 dollari e 126,61 yen. Lo spread sale leggermente sopra 240 punti base con rendimento del decennale italiano al 2,53%.

Gli investitori si sono presi una pausa di riflessione, in queste sedute, anche per i timori legati alle trattative commerciali tra gli Stati Uniti di Donald Trump e la Cina di Xi Jinping. In particolare, Pechino sarebbe preoccupata di non aver ricevuto rassicurazioni dagli Usa che le sanzioni imposte sui prodotti cinesi saranno ritirate in caso di accordo. Fed a parte, l’agenda macro di oggi prevede l’aggiornamento sull’inflazione in Gran Bretagna. In Germania i prezzi alla produzione hanno segnato a febbraio un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 2,9% su base annua. Gli analisti si aspettavano un calo dello 0,1% su base mensile e un aumento del 2,6% su base annua. Per quanto riguarda l’Italia, l’attenzione si centra sul fronte politico con il Consiglio dei ministri sul decreto sblocca cantieri e il voto di fiducia alla Camera sul Reddito Pensioni. L’Istat ha censito, a gennaio 2019, che la produzione nelle costruzioni è salita dello 0,6% rispetto a dicembre, proseguendo la fase di “moderata crescita” iniziata a novembre 2018. Ma su base annua c’è il secondo calo consecutivo (-1% nei dati corretti per gli effetti di calendario).

Il prezzo del petrolio è poco mosso. Pesano le incertezze nel negoziato tra Usa e Cina, che fanno lievemente scendere il Wti, non lontano dal recente massimo da 4 mesi. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti cedono 6 cent a 58,97 dollari e quelli sul Brent avanzano di 8 cent a 67,69 dollari al barile. L’oro è in calo nei mercati asiatici a 1.303,37 dollari l’oncia segnando una flessione dello 0,24%.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close