MILANO – L’amministratore delegato di amazon, Jeff Bezos, ha deciso di donare 33 milioni di dollari in mille borse di studio destinate ai cosiddetti dreamers, le persone entrate quando erano bambine negli Stati Uniti e che tutt’ora sono prive di un permesso di soggiorno. Forse l’esperienza personale dell’uomo più ricco del mondo ha una valenza nella sua scelta: Bezos ha spiegato in un comunicato che suo padre (non quello biologico ma l’uomo con cui la madre si risposò) arrivò in Usa da solo all’età di 16 anni e senza essere in grado di parlare inglese; fu parte di “operation pedro pan”, un programma – il più grande esodo di minori non accompagnati nell’emisfero occidentale – che tra il 1960 e il 1962 portò in Usa oltre 14.000 bambini dall’Havana.
In una nota diffusa da Thedream.us, no-profit la cui missione è garantire un’istruzione universitaria ai dreamers, Bezos ha fatto riferimento al padre adottivo dicendo: “con molto coraggio e determinazione – e l’aiuto di organizzazioni fenomenali in Delaware – mio padre divenne un cittadino straordinario e continua a rendere il favore al paese che lo ha benedetto in modi diversi”. A godere delle borse di studio saranno studenti delle scuole superiori. La donazione, firmata da Bezos e dalla moglie Mackenzie, verrà spalmata in quattro anni ed è stata fatta mentre al congresso i legislatori stanno trattando per trovare una soluzione sullo status dei dreamers. Nel peggiore dei casi, rischiano l’espulsione. Oltre 100 ceo hanno scritto una lettera facendo pressing su Capitol Hill affinchè si legiferi in fretta e in loro favore.