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Zerocalcare infiamma i social: “A Roma la panna sul gelato è gratis, a Milano no”

Giu 22, 2023

AGI  – La serie Netflix, già cult, “Questo mondo non mi renderà cattivo” di Zerocalcare, che segue la precedente “Strappare lungo i bordi”, sta facendo parlare e discutere l’opinione pubblica, ponendo un interrogativo epocale, scrive il Gambero Rosso, rivista golosa attenta ai gusti enogastronomici delle persone, quelle “animate” non escluse: “Panna compresa nel prezzo oppure no”?

Scrive la rivista gourmet che “un’intera scena della prima puntata è stata girata in una gelateria e durante il dialogo fra Zerocalcare e Secco vengono inquadrate varie lavagnette indicanti i gusti dei gelati”. A richiamare l’attenzione, però, “tra un gelato alla trippa e la crema ‘de nonna Pia’, è la frase: ‘La panna è gratis perché non stamo a Milano’”. I social si sono scatenati.

Si tratta infatti di una vera e propria frecciatina subliminale, ma in assoluta bella vista, tra una manciata di fotogrammi, non passata inosservata al pubblico social e che ha suscitato reazioni emotive contrastanti: “Dopo 23 anni che vive a Milano, il mio compagno romano ancora sbrocca per sta cosa che a #milano la panna si paga, mentre a Roma è gratis!!!”, una tra le tante annotazioni.  

Il dibattito s’è subito infuocato e la polemica ora verte su “quale città la panna viene fatta pagare e se sia giusto o meno aggiungere questa voce sullo scontrino”. Annota il Gambero che il gelato tuttavia torna protagonista di un equivoco virtual-verbale, in quanto già nella serie precedente, “Strappare lungo i bordi”, l’intercalare del personaggio Secco “s’annamo a pija un gelato”, riproposto anche in questa seconda serie, venne frainteso come “una frase in codice” per indicare una “non ben identificata sostanza stupefacente”. Ed è stato lo stesso Zerocalcare, in un’intervista con Alessandro Cattelan, a dover smentire lo “stupefacente” riferimento.

Ma qui la panna è panna, non “zucchero”. A Milano si paga e a Roma no. E il vero dilemma resta irrisolto: perché a Roma non ha sovrapprezzo e a Milano sì? Anche il giornale gourmet non risolve l’enigma. Sarà lo stesso Zerocalcare a scioglierlo, forse, nel corso di una prossima intervista?

 

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