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X non riesce ad arginare la disinformazione sul conflitto Israele-Hamas. Uno studio

Nov 15, 2023

AGI – Su X dilaga la disinformazione sul conflitto tra Israele e Hamas. Lo sostiene un nuovo studio pubblicato dal Center for Countering Digital Hate (CCDH) che sottolinea come la piattaforma acquisita da Elon Musk non appare molto reattiva di fronte ai contenuti potenzialmente pericolosi o dannosi nel momento in cui vengono segnalati dagli utenti.

La disinformazione, inoltre, è particolarmente dilagante se si prendono in considerazione gli utenti verificati che pagano alla società 8 dollari al mese per avere una priorità nell’algoritmo in termini di visibilità e attenzione.

I ricercatori del CCDH hanno raccolto 200 post contenenti fanatismo contro musulmani o ebrei. Contenuti caratterizzati da immagini antisemite o islamofobe, negazionismo verso l’Olocausto, glorificazione nazista o disumanizzazione dei palestinesi.

Dopo averli selezionati e segnalati a X, hanno concesso alla società una settimana per rispondere e prendere provvedimenti. Il risultato è sconfortante: i moderatori hanno rimosso solo quattro post. Gli altri 196, ovvero il 98% del totale, sono rimasti attivi sulla piattaforma per compiere il loro obiettivo di propaganda. 

Secondo il rapporto, i contenuti rimasti attivi hanno accumulato complessivamente più di 24 milioni di visualizzazioni.  

X keeps hosting 98% of the 200 posts promoting antisemitism, Islamophobia & anti-Palestinian hate a week after we reported them.

X is failing to stop the spread of content that can have serious impact amid the Israel-Gaza conflict.

More in @thehill ⤵️https://t.co/7csNHqiKAr

— Center for Countering Digital Hate (@CCDHate)
November 14, 2023

“X ha cercato di rassicurare gli inserzionisti e il pubblico sul fatto che hanno un controllo sull’incitamento all’odio, ma la nostra ricerca indica che queste non sono altro che parole vuote”, ha affermato Imran Ahmed, CEO e fondatore di CCDH.  

Musk ha già litigato con i ricercatori del CCDH, scrive Mashable, arrivando addirittura a citare in giudizio l’organizzazione. Tuttavia, il CCDH ha continuato a pubblicare studi sulla piattaforma e sui suoi problemi nella moderazione dei contenuti.

Questo risultato è inevitabile quando si taglia il personale adibito alla sicurezza e alla moderazione, si dà spazio all’odio e si offre maggiore visibilità a chiunque sia disposto a pagare 8 dollari al mese”, ha detto Ahmed in una nota. 

In mezzo alle critiche sui contenuti relativi al conflitto in Medio Oriente, X ha pubblicizzato la sua funzionalità ‘note della collettività‘, che consente agli utenti di aggiungere commenti ai post sul contesto e valutare quei contenuti in base alla loro utilità. Una misura che i ricercatori ritengono insufficiente per placare il problema della disinformazione.

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