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WhatsApp, lo stato “online” svela se dormiamo e con chi parliamo – La Repubblica

Ott 13, 2017

SAPERE se dormiamo e con chi stiamo parlando non sarebbe poi tanto difficile, con buona pace della privacy. Chiunque, sia un fidanzato geloso che un inserzionista interessato, sarebbe in grado di tracciare le nostre attività su WhatsApp, semplicemente analizzando lo stato “online”. È facile sapere quando un contatto è presente su WhatsApp e quando una persona si è collegata l’ultima volta. Se si può nascondere la voce “ultimo accesso”, è invece impossibile nascondere lo stato “online”. Ed è proprio su questo punto che l’app di messaggistica mostra la sua vulnerabilità. A lanciare l’allarme sul suo blog è Rob Heaton, un ingegnere software che in passato si è già occupato di questioni simili. Secondo lui, basta costruire un’estensione per Chrome in grado di registrare le attività online dei propri contatti WhatsApp, per scoprire se dormono o con chi stanno chattando. Quella che appare come un’innocua voce in alto a sinistra, nasconde quindi delle insospettate insidie.

WhatsApp, lo stato "online" svela se dormiamo e con chi parliamo

Il risultato della prova fatta da Heaton

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Il sistema ipotizzato da Heaton permetterebbe di monitorare l’attività su WatsApp, sapere quando due contatti sono in linea in contemporanea – quindi dedurne che stiano conversando tra di loro – e in generale, tracciare le abitudini degli utenti, gli orari di accesso nell’arco delle 24 ore. Una ghiotta possibilità per partner curiosi, ma anche per pubblicità più mirate.

Quella di Heaton è una riflessione sulla vulnerabilità della piattaforma di instant messaging: a lui è bastato un semplice script di 4 righe per Chrome e, servendosi della versione web dell’app, è riuscito, a intervalli di 10 secondi, a monitorare gli status “online” di un suo contatto. Sviluppato su larga scala, il sistema potrebbe avere implicazioni non trascurabili. Anche se ha molte falle: intanto, siamo sicuri che tutti appena svegli si precipitino sullo smartphone o che, se più contatti sono online, stiano veramente chattando? E se ci addormentiamo dimenticandoci di uscire dall’app? I dubbi sono tanti, la notizia in questo caso risiede altrove. È sempre l’annosa questione, irrisolta a dalle molteplici ramificazioni, che ci portiamo dietro nel rapporto con la tecnologia: l’invadenza, la facilità di monitorare le nostre vite in cambio di possibilità sempre nuove e ogni giorno più appetibili. Heaton ci spinge a riflettere ancora una volta: fino a che punto siamo disposti a rinunciare alla nostra privacy? Per prima cosa dobbiamo prendere atto dei pericoli più o meno grandi a cui andiamo incontro. La consapevolezza sarà l’unico faro per indirizzare le nostre scelte.

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