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“Web-tax, economia verde e lavoro”. La ricetta Diamantopoulou per l’Ocse

Gen 31, 2021

MILANO – Primo punto in agenda: “Un accordo generale sulla tassazione digitale, perché le leggi nazionali contro i giganti del web portano più danni che vantaggi”. Poi uno sforzo per “stringere legami più stretti con Cina, India e gli altri paesi dell’Asia” e una spinta decisa sulla lotta al cambiamento climatico “perché il futuro dell’economia è verde”. Anna Diamantopoulou ha le idee chiare. La corsa per la nomina di segretario generale dell’Ocse si è ristretta dopo una doppia selezione a una rosa di cinque nomi. E quello della ex-commissaria all’educazione e affari sociali alla Ue all’epoca della presidenza di Romano Prodi è dall’inizio uno dei favoriti. La 62enne politica greca (è stata ministro dell’istruzione con l’esecutivo del Pasok di George Papandreou) – candidata bipartisan dal governo di centrodestra di Kyriakos Mitsotakis – ha già messo nero su bianco il suo programma in vista della volata finale per il vertice dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e applaude a un’Europa che dopo l’era dell’austerità lavora “con solidarieta”.

Quali sono oggi le sfide più importanti per l’Ocse?

“Credo che il lavoro principale dei prossimi anni sarà quello di trovare degli standard comuni su temi delicati come la tassazione digitale, la presenza dello stato nelle imprese, le leggi anti-corruzione. Usciamo da un periodo di guerre commerciali. E dobbiamo cercare formule che mettano d’accordo anche giganti come la Cina e l’India”.

L’Ocse ha sulle spalle il compito non certo facile di trovare una soluzione al tema della tassazione dei giganti del web. Cosa ne pensa? Si arriverà mai a un’intesa collettiva?

“Non è un lavoro semplice, se ne discute da sette anni. Ma a ottobre scorso si è arrivati a un primo pre-accordo e la promessa del segretario al Tesoro Usa Janet Yellen di risedersi a questo tavolo mi fa sperare in un’intesa nel 2021. Se non ci si riuscirà dovremo usare la nostra esperienza per convincere tutti che varare singole leggi nazionali sul tema crea più problemi di quelli che risolve. Ma sono ottimista”.

La pandemia ha un po’ offuscato il dibattito sul cambiamento climatico…

“Vero. Ma la decisione di Joe Biden di riportare gli Stati Uniti nell’accordo di Parigi è un’ottima notizia. Il futuro dell’economia non sarà comunque altro che verde. E l’Ocse potrà avere un ruolo importante nella transizione ecologica per la sua capacità di finanziare e attrarre investimenti”.

Il Covid ha rivoluzionato anche il nostro modo di lavorare e ha fatto esplodere la digitalizzazione. Un problema o un’opportunità?

“E’ un tema su cui dovremo lavorare. I nuovi modelli nati in questo periodo hanno trovato molti governi un po’ impreparati nella loro gestione. Bisogna ripensare la rete di sicurezza sociale e i sistemi pensionistici. Serviranno riforme importanti e l’Ocse può dare un importante contributo nell’immaginare soluzioni e proposte adeguate”.

Anche scuola ed educazione sembrano avere bisogno di una messa a punto. Quale?

“Dobbiamo imparare a coniugare Aristotele e digitale. Noi rivedremo i parametri di valutazione del nostro metodo Pisa per misurare la preparazione degli studenti. Ma vanno riformati tutti gli ordini scolastici, dalle elementari fino all’università mettendo assieme le digital skill con le soft skills. E soprattutto bisognerà studiare un metodo più adeguato per far decollare davvero la formazione continua”.

La guerra per i vaccini tra i paesi più sviluppati non è un gran viatico per chi spera di aiutare il mondo a crescere grazie alla cooperazione multilaterale. E’ preoccupata?

“Quella per la vaccinazione è la madre di tutte le battaglie. Non ci si salva da soli. La Ue, ad esempio, si è mossa tutta assieme ed è stato un grande passo in avanti. Il vaccino è un bene collettivo che deve essere a disposizione di tutti. Anche l’Oms deve imparare a lavorare meglio. L’Ocse ha la possibilità di lavorare su temi di governance sanitaria e lo farà”.

L’Europa ha fatto molti passi avanti rispetto all’era della Troika in Grecia. Contenta?

“Sono molto più felice ora. Bruxelles questa volta ha dato risposte immediate in termini di solidarietà. All’epoca c’erano da incolpare i paesi del sud ora non puoi dare la colpa al virus. In questa crisi le cose sono andate molto meglio. E ora tutti capiscono che dopo questa era di forti aiuti per sostenere nel economie durante alla pandemia non si potrà ritornare subito a un’austerità che fa più male che bene. Ora lo dicono anche la Germania e Fmi”.

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