Abbiamo avuto la possibilità di assistere ad alcune simulazioni avvenute nel centro di ricerca e sviluppo di Göteborg, quartier generale Volvo, in cui un team specializzato lavora sfruttando queste nuove tecnologie per migliorare la sicurezza. L’hardware di base è composto da due attrezzature, una già ampiamente sul mercato e l’altra riservata al futuro dell’industria videoludica. Nello specifico Volvo impiega un visore in realtà mista Varjo (un XR-1 Developer Edition) per immergere chi lo indossa in un mondo digitale e, attraverso l’eye tracking, riconoscere le emozioni e gli stati d’animo suscitati dalle diverse esperienze.
La seconda componente, di gran lunga più avveniristica, è la tuta indossabile Teslasuit con sensori applicati su tutto il corpo. Questo significa che qualsiasi movimento compiuto da chi la indossa viene registrato e sviluppato in digitale, con una tecnica simile a quella impiegata nelle produzioni hollywoodiane per la CGI. Solo che la cosa non si ferma qui, anzi. I motori integrati nella tuta, controllabili da remoto, permettono a chi agisce sul computer di muovere il soggetto che indossa questo strumento anche contro il proprio volere. Un click ed alzi il braccio, un altro click e fai un passo in avanti.
Combinando il visore e la tuta con una scansione approfondita dell’ambiente circostante ed il software di simulazione Unity, è possibile trasportare il tester in una realtà completamente virtuale. In questo modo si inserisce il guidatore in situazioni di stress, pericolo e altre situazioni che potrebbero verificarsi durante la guida senza però correre rischi reali. Quando abbiamo scritto Matrix non stavamo esagerando.