Volkswagen è nata sotto la dittatura nazionalsocialista di Adolf Hitler nel 1937 e da quel momento ne ha fatta davvero tanta di strada. Oggi la Casa tedesca è un vero e proprio colosso dell’automotive che ingloba al proprio interno tantissimi altri marchi prestigiosi come Audi, Lamborghini, Porsche e Ducati. Punto di forza del marchio teutonico, negli anni, è sempre stato il suo ottimo motore.
Un propulsore affidabile e potente, capace di offrire ottime prestazioni in qualunque situazione. In particolare Volkswagen si è dimostrata al top per quanto concerne il diesel, soprattutto con Audi, che ha portato al successo anche nel motorsport. Purtroppo, nonostante i successi del passato, questi non sono giorni positivi nemmeno per un colosso come il marchio di Wolfsburg. La crisi ha colpito pesantemente anche lui e solo nei giorni scorsi, dopo giorni di trattative, è giunto un accordo con i sindacati che ha evitato (per il momento) la chiusura di alcune fabbriche e il licenziamento di migliaia di operai.
Addio definitivo
Tutta l’attenzione mediatica degli ultimi tempi si è concentrata sugli scioperi e l’accordo coi sindacati, e nel marasma generale è passata in sordina la notizia di questi giorni dell’addio di uno dei motori in assoluto più iconici del Gruppo Volkswagen. Stiamo parlando del mitico VR6. A darne l’annuncio, attraverso il proprio profilo Linkedin, ci ha pensato Andreas G. Schleith, portavoce di Volkswagen, che ha salutato il propulsore dopo 34 anni di onorata carriera.
In particolare ha scritto: “Il 12 dicembre 2024 segna un giorno storico per Volkswagen. Dopo 34 anni e quasi 1,87 milioni di unità prodotte, l’iconico motore VR6 dice addio. Ricordo ancora la prima della Golf VR6, la prima Golf con motore a 6 cilindri, 2,8 litri e 174 CV”. Il messaggio, che ha ripercorso un po’ la “carriera” di questo motore si è poi concluso con un ringraziamento a tutta la squadra e un saluto al VR6 che va definitivamente in pensione.
Per la verità in Europa non si vede dalla metà degli anni ’90, ma negli Stati Uniti era ancora prodotto. Naturalmente spesso tra i vari Paesi ci sono delle differenze dovute alle leggi sulle emissioni o banalmente a causa del diverso gradimento del pubblico. Ad esempio, storicamente negli USA, sono sempre andati molto forte i motori potenti.
Il segreto del successo
L’ultimo VR6 è stato montato nei giorni scorsi dopo ben 34 anni di storia. Il suo debutto arrivò nel 1991 al Salone di Ginevra con la Golf di terza generazione. Negli anni questo propulsore ha equipaggiato alcune delle vetture più iconiche di Volkswagen come la Passat, il Maggiolino, la Touareg, la Bora e tante altre.
Come spesso capita però nel Gruppo Volkswagen, questo motore ha spinto anche vetture di altri brand come Porsche, Audi, Seat e Skoda. Auto anche abbastanza importanti come il Q7, la TT, la Leon e la Superb. Questo propulsore è stato poi ospitato anche da vetture che non facevano parte del Gruppo, ma che in tempi storici diversi, in virtù di partnership con Volkswagen, hanno ricevuto in dote il mitico VR6.
Il motore in oggetto aveva il pregio, grazie ad un angolo più stretto, di essere più facile da inglobare in una vettura, aveva costi di produzione più bassi e un’ottima potenza, ideale soprattutto per i segmenti più piccoli. Negli ultimi anni però l’arrivo dei motori in linea turbocompressi ha reso questo tipo di propulsore obsoleto.