In un settore mai così frenetico, permangono delle certezze. Oggi come oggi per un produttore di auto è sempre più difficile lanciare modelli destinati a durare, dati i volubili gusti della clientela. Sì, al momento comandano i SUV e probabilmente lo faranno ancora per un po’. I numeri commerciali continuano, infatti, a premiare i marchi che vi investono tempo e risorse. Ma la lotta nelle concessionarie è serrata, inasprita dalla globalizzazione, che ha travolto l’industria. In questo clima di totale incertezza, la Volkswagen Golf rimane sempre lì dov’è: a guardare la concorrenza dall’alto in basso.
L’auto di cui si ha bisogno
Con oltre 37 milioni di unità immatricolate, la Golf gode si fregia del titolo di Volkswagen più venduta fino a oggi. Ora può godersi l’ennesimo importante risultato, rappresentato dal titolo di “Miglior auto del mezzo secolo” conferitole nel Best Cars of the Year – The New Car World Championship. La nomina, avvenuta lo scorso fine settimana al British Motor Show, è giunta dopo l’esposizione del modello, davanti a visitatori entusiasti, che hanno anche partecipato alle votazioni.
La giuria è composta da eccellenze di vari ambiti, come designer, ingegneri, piloti, celebrità nel motorsport e tanti altri. Il differente bagaglio di esperienze e competenze ha permesso di decretare un’auto completa, capace di andare incontro a gusti ed esigenze differenti. Tra le personalità di maggiore spicco incluse nella commissione spicca John Oates, membro di Hall and Oates inserito nella Rock and Roll Hall of Fame.
“Alcuni produttori riescono a malapena a mantenere in produzione i loro modelli ‘più importanti’ per cinque anni – ha commentato Mike Rutherford, fondatore del premio -. Il fatto che Volkswagen abbia costruito e venduto con successo versioni a benzina, diesel, elettriche e pure ibride della Golf in tutto il mondo per 50 anni la dice lunga. Dai primissimi anni ’80, quando ho acquistato la mia prima versione Mk I nuova di zecca, ho comprato altre innumerevoli Golf o le ho utilizzate come auto aziendali. A ragione, veniva spesso descritta come l’auto di cui si ha bisogno. E questo è vero oggi come lo è sempre stato. La Golf, fin dalla sua nascita nel 1974, è stata l’auto per la gente”.
Il full electric può attendere
Il brand tedesco non sta attraversando un periodo tanto semplice. I tentativi di sfondare pure nel comparto delle full electric si sono fin qui rivelati un buco nell’acqua. In particolare, la ID.3 fatica a ingranare, nonostante i corposi aggiornamenti. I deludenti dati di immatricolazione avranno avuto un ruolo nella scelta di mantenere la Volkswagen Golf a combustione interna. Giunta alla generazione numero 8, l’iconica quattro ruote diverrà a zero emissioni soltanto con il passaggio alla nuova generazione.
Attraverso il restyling di metà carriera attuata di recente si consolidano, intanto, le basi. Il nono capitolo potrebbe essere stato tra l’altro posticipato verso la fine dell’attuale decennio, e vien facile comprenderne le ragioni. I paradigmi attuali funzionano e, sommati alle reticenze mostrate dal pubblico nei confronti delle BEV, frenare i ritmi sembra un’ottima idea. Con un futuro da scrivere, bisogna festeggiare quanto di buono è stato fatto nei primi 50 anni, vissuti da mattatrice assoluta.