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Voli semivuoti: RyanAir li cancella. Si può chiedere il risarcimento?

Mar 5, 2020

Mentre molti italiani si trovano costretti ad annullare i viaggi per le misure di contenimento al Coronavirus, le compagnie aeree fanno i loro calcoli e, con il calo delle prenotazioni, diminuiscono la portata dei voli verso l’Italia oppure, come RyanAir, cancellano direttamente le tratte. La compagnia irlandese, la prima in Italia per passeggeri trasportati, ha annunciato di aver cancellato un volo italiano su quattro dal 17 marzo all’8 aprile. Il rimborso del biglietto è certo, ma i passeggeri potrebbero aver diritto anche al risarcimento, che secondo il regolamento Ue 261 del 2004 va dai 250 ai 600 euro a seconda della lunghezza della tratta. Il risarcimento è dovuto se la compagnia dà un preavviso inferiore ai 14 giorni (dunque, non sembra il caso di RyanAir) ma se il passeggero ritiene di avere comunque ragione può intentare una causa online a costi molto ridotti.

Diversi lettori, infatti, ci segnalano che RyanAir ha cancellato voli che non partono né arrivano in zone sottoposte a restrizioni o quarantene, come Londra-Roma o Riga-Orio al Serio solo per fare due esempi. Nonostante ciò, nella email di avviso ai passeggeri la compagnia scrive di essere stata “costretta” alla cancellazione “a causa del dilagare del Covid-19 in Italia”.

“È una scelta aziendale dettata esclusivamente da ragioni economiche: cioè il fatto che RyanAir non sta riempiendo gli aerei come vorrebbe” commenta Maria Pisanò, direttrice del Centro europeo consumatori Italia, che fa parte di una rete co-finanziata dalla Commissione Ue e gli Stati membri nata per dare assistenza ai consumatori europei in caso di controversie transfrontaliere.

Pisanò ritiene che sulla questione “debba intervenire l’Enac” e che, anche nel caso in cui il preavviso sia superiore ai 14 giorni, “il consumatore ha la possibilità di chiedere il risarcimento del danno per inadempimento contrattuale”. La differenza è che, mentre ai sensi del regolamento Ue il risarcimento è automatico e non bisogna dimostrare nulla, in questa seconda ipotesi è il viaggiatore che deve dimostrare l’entità del danno subito. Il foro competente sarebbe quello del consumatore e non quello irlandese.

Lo strumento è quello europeo per le controversie di modesta entità. “Ha un costo di 43 euro per cause fino ai 1100 euro e può essere condotto in autonomia, senza l’aiuto di avvocati” spiega Pisanò. Lo conferma Maurizio Amerelli, giurista di Altroconsumo: “Con un preavviso di oltre due settimane non si ha diritto all’indennizzo automatico, tuttavia si può tentare la strada del risarcimento per danni. Ma è bene specificare che il danno deve essere dimostrato”.

Tuttavia, nella giungla di regolamenti, ordinanze e decreti di queste ultime settimane, la confusione è grande. Pochi giorni fa Enac ha fatto sapere che, anche in caso di volo non cancellato, i viaggiatori che abitano in zone rosse o diretti in Paesi che applicano restrizioni agli italiani hanno diritto al rimborso, ma non al risarcimento. Solo che, nello stesso comunicato, Enac applica questo principio anche “ai passeggeri che sono in possesso di biglietto aereo il cui volo è cancellato”. Dunque, in questo caso, niente indennizzo? È la stessa Enac a chiarirlo a Repubblica: “Non è dovuta la compensazione solo se il volo è stato cancellato per motivi dovuti alle restrizioni imposte dagli Stati esteri all’accesso a passeggeri provenienti dall’Italia o che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni. Le motivazioni della cancellazione e la eventuale eccezionalità delle cause vanno valutate caso per caso e non si può stabilire a prescindere se la cancellazione stessa è dovuta a causa eccezionale o se è dipendente dalla volontà del vettore”.

Non sarebbero le uniche lamentele nei confronti di RyanAir: “Alcuni viaggiatori ci segnalano che RyanAir sta loro negando i rimborsi e, in alcuni casi è stato addebitato persino il cambio del volo, sotto la voce ‘tasse di cambio’. In merito a questo stiamo valutando esposti ad Antitrust” dice Massimiliano Dona, presidente di Unione nazionale consumatori.

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