È stato presentato come un modello destinato a fare grandi volumi e a riportare l’Alfa Romeo al vertice delle vendite. Dopo alcuni mesi dall’esordio ufficiale a Milano, la città che le avrebbe dovuto dare anche il nome, l’Alfa Romeo Junior ottiene il primo importante traguardo della sua brevissima storia: oltre 10.000 ordini. Un successo così roboante non si vedeva da tempo nelle concessionarie del Biscione, anzi, bisogna tornare ai fasti del lancio della MiTo, della Giulietta e della 159 per riscontrare una frenesia del genere. La cura Junior, nonostante le critiche della frangia più intransigente degli “Alfisti“, sembra funzionare. Ed è solo l’inizio.
Grande exploit in questa prima fase
L’Alfa Romeo Junior è un modello inedito, perché mai prima d’ora il marchio italiano si era cimentato nella sfida dei B-SUV. Il segmento B, tra l’altro, è rimasto sguarnito per un sacco di tempo: l’addio della MiTo è del 2018, un modello che questa Junior ha nel mirino. I clienti tipo di questo veicolo sono infatti coloro che ancora non hanno sostituito le vecchie MiTo e Giulietta, anche se quest’ultima fa parte del segmento C. In ogni caso, come abbiamo già anticipato, le cose per la Junior sembrano andare bene. Alcuni mesi fa Jean-Philippe Imparato aveva fissato il target, quando la Junior sarà a pieno di regine, di 50-70.000 unità all’anno. Se il buongiorno si vede dal mattino, siamo sulla buona strada.
I 10.000 ordini già ricevuti stanno dando ossigeno vitale ai concessionari Alfa, un po’ sottotono con i gioielli Giulia e Stelvio, e al di sotto delle aspettative con Tonale. “Abbiamo 10.000 ordini – ha raccontato Jean-Philippe Imparato – e durante gli Open Days in Francia si sono registrate 300 richieste in più”. Per l’ex CEO, di recente sostituito da Santo Ficili, “Si tratta del miglior risultato ottenuto dal marchio dal 2011”, aggiungendo che non si vedeva nulla di simile “Dai tempi della MiTo, della Giulietta o della 159. I concessionari tirano un bel respiro”.
Alfa Romeo Junior, ibrida ma anche elettrica
L’Alfa Romeo Junior viene commercializzata sia in versione ibrida che elettrica, e al momento prevale nelle scelte quella con il motore a combustione interna anche se il modello green sta ottenendo dei numeri incoraggianti: “Il 24% degli ordini riguarda la versione elettrica”, ha detto Imparato, notizie positive in vista del 2025 quando entreranno in vigore le nuove norme sulle emissioni di CO2, ancora più dure di quelle attualmente in vigore.
Imparato, inoltre, ha spiegato che la maggior parte dei clienti che ha prenotato la Junior è contraddistinta da vecchi clienti che avevano lasciato il marchio a malincuore, ma che adesso sono tornati volentieri: “Spesso si tratta di persone che ci hanno lasciato quando non avevamo più molti veicoli nella nostra gamma”. Dei 10.000 ordini della Junior, circa la metà provengono dall’Italia, precisamente 4.500, aggiungendo che: “Nei paesi più elettrificati, come Francia, Belgio o Germania, le cose sono iniziate bene”, precisando anche che le ordinazioni sono giunte non solo dai privati: “In Italia abbiamo Leasys (la filiale noleggio di Stellantis) che è molto attiva con 1.800 ordini”. Insomma, la Junior ha messo a segno il primo gol, ma la partita è ancora lunga.