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Visco, allarme sullo spread: “Rischio gravi conseguenze per famiglie e imprese da rialzo prolungato”

Ott 31, 2018

MILANO – Attenzione allo spread. È il messaggio che arriva dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenuto alla Giornata Mondiale del Risparmio. “Le conseguenze di un prolungato, ampio rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato possono essere gravi”, ha detto. “Il loro incremento deprime il valore dei risparmi accumulati dalle famiglie e può determinare un peggioramento delle prospettive di crescita economica. Premi elevati a copertura del rischio sovrano rendono più difficile il controllo della dinamica del rapporto tra il debito pubblico e il prodotto”, ha evidenziato Visco. “Il rialzo dei premi per il rischio sul debito pubblico produce perdite in conto capitale che peggiorano la situazione patrimoniale delle banche; incide sul costo e sulla disponibilità dei finanziamenti che gli intermediari raccolgono sul mercato e sulla loro capacità di fornire credito all’economia”, ha aggiunto.

Il governatore ha dettagliato quindi quali sono gli elementi che hanno contirbuito maggiormente all’aumento dello spread. “All’ampliamento del premio di rischio sui titoli di Stato ha contribuito l’incertezza sull’orientamento delle politiche di bilancio e strutturali e sull’evoluzione dei rapporti con le istituzioni europee”. Inoltre, ha spiegato, “sono riemersi i timori degli investitori nazionali ed esteri per la dinamica del debito pubblico e per il rischio di una sua ridenominazione”.

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In ogni caso per il nostro Paese il rischio potrebbe essere molto caro.” Il rialzo dei tassi di interesse sui titoli di Stato si riflette negativamente anche sul bilancio pubblico e qualora non venisse riassorbito, l’incremento fin qui registrato provocherebbe, già dal prossimo anno, maggiori spese per interessi per circa 0,3 punti di Pil, oltre 5 miliardi”, ha detto. “L’aggravio – ha spiegato – salirebbe a mezzo punto nel 2020 e a 0,7 punti nel 2021. Ciò accrescerebbe l’avanzo primario necessario anche solo a stabilizzare il rapporto tra il debito pubblico e il Pil”.

Secondo Visco il Pil crescerà quest’anno dell’1%, calando ulteriormente nel 2019. “In Italia, in base alle più recenti

informazioni, la crescita del prodotto dovrebbe essere dell’ordine dell’1% quest’anno, per poi ridursi nel 2019, al netto degli effetti della manovra di bilancio”. Soltanto un mese fa, nella nota di aggiornamento al Def, il governo stimava per quest’anno una crescita dell’1,2%. Un eventuale rallentamento della crescita già ora, renderebbe quindi ancora più complicato raggiungere il traguardo dell’1,5% ipotizzato dal governo nel 2019 grazie agli affetti della Manovra.

Dal canto suo il ministro Giovanni Tria ha però voluto rassicurare il governatore. Lo spread a questi livelli “è dovuto a un’altro tipo di incertezza,di natura politica, ma in nessun modo il governo ha intenzione di uscire dall’Euro e dall’Europa con la sua manovra”, ha detto spiegando che “questa incertezza si riflette sui livelli di spread” e “si deve combattere spiegando ciò che la manovra vuole fare”. Quanto al rischio che la crescita più lenta certificata ieri dall’Istat possa mettere a rischio le previsioni del governo, Tri si è detto ottimista. Il deficit “non salirà come paventato

da alcuni interlocutori, istituzionali e non” perché le stime del governo sono basate su una previsione di crescita tendenziale, ha spiegato.

Secondo il ministro dell’Economia, il ricorso al maggior disavanzo è una scelta obbligata per il governo. “Quale sarebbe il costo di un non-deficit, un non investimento in capitale umano, non risolvendo il problema della bassa crescita?”, ha detto. “Dopo 10 anni e due recessioni siamo già oltre la Grande Depressione degli anni ’30.

Il costo del non-deficit non ce lo possiamo permettere economicamente e socialmente. Siamo convinti che (il deficit della manovra, ndr) sia non solo sostenibile ma anche responsabile”.

Dal presidente Acri Giuseppe Guzzetti è arrivato invece un invito al governo a tutelare i risparmi degli italiani. “Il risparmio privato – e non solo – non può venire sacrificato sull’altare del debito pubblico”, ha detto Guzzetti rilevando come “è innanzitutto responsabilità del Governo di non mettere a rischio il risparmio degli italiani”. “Il risparmio privato degli italiani è considerato da Moody’s elemento di forte stabilità del sistema. Questo risparmio nelle ultime settimane è già stato significativamente ridotto” ha aggiunto Guzzetti.

Messaggio analogo arrivato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “I risparmi delle famiglie rappresentano complessivamente un elemento di forza che va accuratamente tutelato. Esso, unito all’equilibrio dei bilanci pubblici – espressamente richiamato dalla costituzione – è condizione essenziale dell’esercizio dell’effettiva sovranità del paese”, ha detto il capo dello Stato.

Dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli è arrivato invece un secco no alla possibilità di nuove imposte a danno del sistema bancario.” Combattiamo ogni ipotesi di aumento delle imposte sulle banche che indebolirebbe la ripresa, oltretutto quando, nel 2019, la Bce realizzerà nuovi stress test sulle banche”, ha deto. “La pressione fiscale sulle banche – ha sottolineato – non è una variabile indipendente, ma un fattore che incide su tutta la catena produttiva delle imprese di ogni genere e delle famiglie”.

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