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Virus cinese, Wall Street si indebolisce dopo il secondo caso Usa. Meglio le Borse Ue

Gen 24, 2020

MILANO – Ore 10:15. Il virus cinese continua a preoccupare i mercati finanziari, ma per ora in Borsa sembra andare in scena un rimbalzo guidato dalle posizioni della Organizzazione mondiale della sanità, secondo la quale è ancora presto per dichiarare “un’emergenza mondiale”.

Milano si rafforza dopo l’apertura positiva e il Ftse Mib segna +1,1 per cento. In linea le altre: Parigi sale dell’1,4%, Francoforte dell’1,3%, Madrid dell’1,1% e Londra dell’1,4%.

Christine Lagarde, che ieri ha lanciato la revisione strategica delle politiche e della comunicazione della Bce, è di nuovo protagonista come ospite principale del forum di Davos, che giunge oggi alla chiusura dei lavori. La reazione unanime degli osservatori è che la riunione di ieri della Banca centrale, per quanto abbia avviato un processo potenzialmente storico per l’Eurotower, non abbia evidenziato alcuna novità di rilievo.

Per quanto riguarda i singoli titoli, a Piazza Affari continua a correre St, già ieri la migliore con conti e outlook sopra le stime. In rilievo anche Atlantia, che sembra beneficiare dal cambio di capo politico del Movimento 5 Stelle scommettendo su posizioni più morbide dal prossimo leader. Debole Pirelli che paga un nuovo warning di Nokian sulle vendite.

Questa mattina si è registrata la chiusura in lieve recupero per la Borsa di Hong Kong, con l’indice Hang Seng che ha guadagnato lo 0,15% a 27.949,64 punti. I listini asiatici continuano a essere spaventati dallo spettro del coronavirus, ma oggi sono rimaste chiuse le Borse di Shanghai e Shenzhen per i festeggiamenti del Capodanno lunare, che preoccupano le autorità in quanto aumentano le probabilità di contagio del virus. Anche la Borsa di Tokyo, ieri in forte ribasso, stamattina ha chiuso in leggero rialzo: l’indice Nikkei ha guadagnato lo 0,13% a 23.827,18 punti. Ieri sera, invece, chiusura contrastata per Wall Street: Dow Jones in calo dello 0,09% e Nasdaq positivo dello 0,2%.

Tra le materie prime, il petrolio si attesta in rialzo, mentre calano i beni rifugio come l’oro (-0,4% a 1.559 Dollari l’oncia) dopo le rassicurazioni dell’Oms. Sul mercato valutario, l’euro si conferma in calo e vale 1,1049 dollari (1,1091 ieri), mentre contro yen vale 121,046 (121,5 ieri).

Lo spread apre a 156 punti, in linea con i valori di ieri.

Tra i dati macroeconomici, spiccano le rilevazioni dei Pmi manifatturieri. In Germania il Pmi è risalito a 45,2 punti, in recupero con servizi e dato composito ma sempre sotto la soglia di 50 che separa l’espansione della contrazione. Nell’Eurozona, l’indicatore del manifatturiero ha segnato 47,8 punti superando le attese. Venendo all’Italia, a dicembre l’Istat ha segnato un calo per entrambi i flussi commerciali da e verso i paesi extra Ue: ampio per le importazioni (-1,8%), più contenuto per le esportazioni (-0,9%). In Giappone è salita dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua.

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