TOKYO – Decolla un nuovo vasto programma di iniziative promozionali del vino italiano in Giappone, dove il nostro prodotto ha successo ma e’ insidiato dalla crescita dell’import proveniente dai Paesi che hanno vantaggi sui dazi grazie agli accordi di libero scambio che invece l’Unione Europea non ha ancora concluso con il Sol levante. Dopo le prime cinque edizioni e in occasione del 150mo anniversario dall’avvio dei rapporti diplomatici tra Italia e Giappone, torna dunque in Giappone “3000 Anni di Vino Italiano”, manifestazione-quadro che si articola in 58 eventi promozionali e divulgativi nell’arco di 50 giorni, organizzata da Ambasciata e Ice.
3000 ANNI DI VINO ITALIANO – L’Ice sottolinea che gli eventi non si limiteranno all’area di Tokyo, ma toccheranno anche Osaka, Nagoya e altre località. Due le direzioni: una – rivolta al “trade”, ai sommelier, ai rappresentanti dell’ HoReCa (Hotel, Restaurants, Catering) – si propone di illustrare l’eccellenza, la varietà e la qualità dei vini italiani, presentando anche prodotti di nicchia ancora poco conosciuti su questo mercato; l’altra, più rivolta al pubblico. L’esordio e’ avvenuto con una “Borsa Vini” di una trentina di produttori, con due corner speciali per gli abbinamenti: uno incentrato su vini e specialità del Sud Italia, e l’altro sull’abbinamento di vini italiani di diverse regioni con i piatti della cucina giapponese. Nel programma successivo, “Seminari sui vini del Sud Italia” condotti da sommelier, abbinati a cene speciali, presso 20 ristoranti di tutto il Giappone; “Tre Bicchieri Gambero Rosso e 3000 anni di vino italiano in Giappone”, l’atteso evento del Gambero Rosso ; il “Franciacorta Day 2016” (degustazione dei vini di oltre 30 cantine del Franciacorta); “ACCI Gusto 2016”, presentazione di prodotti italiani di alta qualità organizzata da ACCI, Associazione Cuochi di Cucina Italiana e rivolta agli specialisti di cucina italiana; “Simply Italian Great Wines”, una degustazione di vini dell’Italia meridionale con presentazioni e analisi svolte da sommelier e importatori.
LE SFIDE DEL MERCATO. Giuseppe Martelli, presidente del Comitato nazionale Vini Dop e Igp, ha evidenziato che l’Italia ha un sistema vitivinicolo che fattura oltre 14 miliardi di euro, con una esportazione che nel 2015 ha toccato il record di 5,4 miliardi di euro: “I mercati asiatici conteranno sempre più sul totale dell’export”. Il direttore dell’Ice di Tokyo, Aristide Martellini, spera che le annose trattative per un Free Trade Agreement tra Ue e Sol levante sia finalizzate presto: sul mercato e’ evidente la forte crescita del vino provenente da Nazioni – prima fra tutte il Cile – che godono di un abbattimento tariffario e possono quindi esportare a prezzi molto bassi guadagnando quote di mercato. In Giappone, nel 2015 le importazioni giapponesi di vini fermi in bottiglia si sono attestate su un valore di quasi 114 miliardi di yen, mentre – in volume – il quantitativo è stato di 18,1 milioni di litri. La Francia primeggia con una quota del 43,5% in valore, mentre l’Italia si e’ attestata 15,8%. In volumi il Cile e’ addirittura scattato al vertice. “Stando ad alcune indicazioni, per la fine del 2016 in Francia si attende un calo di circa il 10% della produzione di vino rispetto allo scorso anno, che dovrebbe attestarsi a 42,9 milioni di ettolitri. Essa sarebbe, quindi, di molto inferiore ai 48,5 milioni di ettolitri stimati dagli esperti per l’Italia. Se ciò dovesse verificarsi, l’anno prossimo sul mercato giapponese potrebbe emergere qualche novità di rilievo”, conclude Martellini.
NUOVE OPPORTUNITÀ’ PER IL 2020? Secondo uno dei massimi esperti giapponesi di vino italiano, Shigeru Hayashi, le opportunità’ su questo mercato sono ancora ampie, soprattutto per il potenziale di andare al di la’ del perimetro della ristorazione italiana per cercare di affermarsi tra le famiglie e presso altri tipi di cucina. “Penso anche che le Olimpiadi del 2020, quando in Giappone sono attesi 40 milioni di visitatori dall’estero, rappresenteranno una occasione importante per la promozione del vino italiano nell’intera area asiatica”, afferma Hayashi, che ha scritto per il pubblico giapponese sette libri divulgativi sul Food & Beverage italiano e da ultimo ne ha pubblicato uno sullo stile di vita italiano (nella nostra lingua ha curato con Oscar Marinetti il volume “Storie di coraggio”).