AGI – “Gli anziani americani usano la cannabis più che mai”. Esordisce così un’ articolata indagine del New York Times sul “successo”, per molti aspetti inaspettato, dell’erba come rimedio ai tipici disturbi della Terza Età, tra questi l’insonnia, il dolore e l’ansia. Nuovi studi citati dal quotidiano indicano, infatti, che un numero sempre più consistente di anziani americani ha cominciato a usare l’erba al posto della consueta pillola: se nel 2007 solo lo 0,4% degli ultrasessantenni usava cannabis come ‘medicina’, nel 2016 la percentuale era salita al 3% mentre nel 2022, secondo il National Survey on Drug Use and Health, ha già oltrepassato l’8%
Gli anziani, scrive ancora il giornale, “sono una delle fette della popolazione americana in più rapida crescita nel consumo della marijuana”. Solo in certi casi si tratta di ex-sessantottini che non hanno mai smesso negli anni di fare uso di marijuana “a scopo ricreativo”. A colpire sono infatti i numeri di consumatori che non ne facevano uso in gioventù che oggi preferiscono l’erba ai rimedi farmaceutici tradizionali. Anziani secondo cui la pillola di sempre, oltre ad avere effetti collaterali, non sta più facendo effetto.
Many seniors are using cannabis instead of prescription pills. Here’s what to know about the benefits and the risks for people over 65. https://t.co/jjkOqpIBMP
— The New York Times (@nytimes)
November 17, 2023
“Le proprietà terapeutiche della marijuana non sono state ben studiate, soprattutto tra i consumatori più anziani“, puntualizza la testata evidenziando come anche i medici di base molto spesso non siano in grado di dare consigli (sui benefici e sui rischi dell’erba terapeutica) ai loro pazienti. Un altro vulnus nell’utilizzo alla leggera della cannabis è che, a detta degli esperti, gli anziani spesso non sono consapevoli delle potenziali interazioni con altri farmaci che utilizzano. Inoltre, non tengono in considerazione come la cannabis possa influire sulle loro capacità cognitive, sul coordinamento e sull’equilibrio.
Il variegato universo della cannabis (sono presenti oltre cento varianti di cannabinoidi) renderebbe molto difficile anche ai medici americani orientarsi e consigliare in modo appropriato i pazienti. Uno delle poche indicazioni su cui la medicina Oltreoceano concorda, è che gli ‘over’, specie se non avvezzi alle droghe leggere, dovrebbero almeno cominciare gradualmente e con basse dosi. “L’assunzione di dosi eccessive – rammenta il Nyt citando fonti mediche – può causare vertigini, confusione, variazioni della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, attacchi di panico, ansia, nausea, vomito e può persino portare alcuni anziani al pronto soccorso”.
Vale la pena ricordare che negli Usa la cannabis è legale solo in alcuni Stati e non a livello federale. Non è difficile capire perché.