• 20 Marzo 2025 12:31

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Vetro alleato della sostenibilità: il packaging più riciclabile

Mar 20, 2025

AGI – Gli imballaggi svolgono un ruolo cruciale nel contenere, proteggere e conservare bevande e alimenti, ma cosa distingue il vetro da altri materiali per contenitori come PET, alluminio e multistrato poliaccoppiato? La possibilità di riusarlo infinite volte, senza mai perdere o degradare i suoi componenti chimici, e di declinare la regola fondamentale della sostenibilità dei materiali, quella delle tre R, ovvero: riusa-ripara-ricicla. E proprio il riciclo è uno dei punti di forza del vetro, il ‘vestito’ di eccellenza per cibi e bevande, con un tasso di riciclo stimato dell’81,9% al 2024. Le qualità del packaging in vetro rispetto ad altri contenitori sono contenute nello studio “La riciclabilità dei materiali per contenitori: la specificità del vetro”, realizzato dal prof. Vincenzo Maria Sglavo, dell’Università di Trento, e presentato da Assovetro. Lo studio compie un’analisi approfondita sulle qualità e la riciclabilità dei materiali maggiormente utilizzati come packaging, individuandone pregi e criticità.

“Questo studio – ha detto Marco Ravasi, presidente di Assovetro – ci ricorda che un corretto riciclo del packaging, anche in prospettiva di produzione, è la chiave per un futuro sostenibile. In questo panorama, il vetro si presenta con tutte le carte in regola: può essere riusato e riciclato infinite volte senza mai perdere le sue qualità intrinseche. Il riciclo delle bottiglie scure arriva fino al 90%. Da non dimenticare poi che da un recente studio (si tratta di un’indagine Nomisma), il vetro emerge come il preferito per la conservazione a lungo termine del suo contenuto”.

Uno dei fattori critici resta ancora il peso delle bottiglie, “ma stiamo lavorando – ha aggiunto Ravasi – per realizzarle sempre più leggere, siamo arrivati in alcuni casi a bottiglie da vino fermo da 75cl che pesano 300 grammi”.

Lo studio di Sglavo prende in esame, per valutare l’impronta ecologica dei quattro contenitori standard di packaging, la produzione del materiale vergine, il processo di trasformazione e la produzione con materiale riciclato. Ed emerge che tra i quattro materiali per contenitori esaminati, è il vetro a rappresentare quello che nella sua produzione richiede i minori quantitativi di energia, e dunque è responsabile di inferiori emissioni di CO2 ed è associabile a consumi di acqua trascurabili, se confrontato con gli altri tre materiali (PET, alluminio e multistrato poliaccoppiato). I processi di trasformazione per convertire il materiale in contenitore non risultano, invece, dissimili in termini di impronta di anidride carbonica e di energia, tra vetro, alluminio, PET e multistrato.

Quanto alla produzione di materiale riciclato, si registrano sempre riduzioni nell’energia richiesta e nell’impronta di CO2 rispetto al materiale vergine, soprattutto per l’alluminio.

Tra gli ‘up and down’ che emergono dallo studio, vetro e alluminio vincono la sfida del riciclo, mentre il multistrato non supera il 40%. Multistrato e alluminio sono i peggiori per consumo di acqua, rispettivamente con 1.350 litri e 1.000 litri ogni Kg, mentre il vetro consuma invece solo 14 litri per chilogrammo di materia prodotta. La minor impronta di CO2 tra i quattro tipi di contenitori esaminati si riscontra nella produzione di vetro e multistrato, 600 grammi per Kg il primo e 1 chilo ogni Kg. Anche in fatto di minor utilizzo di energia per produrre un kg di materiale riciclato è in testa il vetro con soli 9 Mj/Kg, seguito dal multistrato con 24 Mj/Kg.

Il vetro sconta poi la sua alta densità: una bottiglia da 500ml pesa circa 15 volte in più, ad esempio, di una lattina di alluminio della stessa capacità. Lo studio si focalizza anche sui sistemi di raccolta differenziata e riciclo. Il vetro e l’alluminio godono di raccolte e schemi di riciclo consolidati. Il vetro dispone di una filiera che garantisce una materia prima seconda di ottima qualità per produrre nuova materia con sprechi quasi nulli. Quanto ai vantaggi ambientali del vetro, sono molteplici: si rimette in ciclo una risorsa mineraria, si riducono i rifiuti, si consuma meno energia e si producono meno emissioni. Per ogni tonnellata di rottame utilizzata si riducono di 300 gr le emissioni di CO2 .

L’alluminio per lattine è raccolto comunemente insieme a plastiche e acciaio, da cui viene poi separato per produrre materia prima seconda. Gli aspetti critici riguardano i fenomeni ossidativi che riducono l’efficienza della riciclabilità. Il riciclo del PET per la produzione di bottiglie e contenitori ha avuto un avvio lento, con tassi di riciclo nel 2022 del 60%. Quanto al multistrato poliaccoppiato, solo la carta è la frazione realmente recuperata e solo due cartiere in Italia sono specializzate nel suo trattamento.

Cala la produzione dei contenitori in vetro

In merito poi alla produzione dei contenitori, il perdurare della crisi geopolitica e il clima di incertezza hanno fatto registrare nel 2024 un calo dei consumi in tutta Europa, Italia compresa, e di conseguenza anche della produzione dei contenitori in vetro, che come detto è considerato il ‘vestitò d’eccellenza per cibi e bevande. Il settore dei contenitori in vetro (bottiglie, vasi, flaconeria, articoli per uso domestico) ha chiuso il 2024 con un calo della produzione del 3,4% (totale vetro cavo) rispetto all’anno precedente.

In particolare, la produzione di bottiglie (3,6 milioni di tonnellate) è calata del 5%, mentre c’è stato un exploit nella produzione di vasi alimentari con un +24,5%. Per quanto riguarda il commercio estero (gennaio – novembre 2024) il trend negativo si riscontra nell’export ed import di bottiglie, rispettivamente -7,8% e -9,7%. Estremamente positivo, invece, in linea con la produzione, sono l’import (+44%) e l’export (+13,8%) dei vasi.

La produzione europea dei contenitori in vetro ha registrato una flessione più consistente tra la prima metà del 2023 e la prima metà del 2024, pari all’8% in tonnellate e al 5% in unità. Dopo una forte domanda nel 2021 e nel 2022, poi dal 2023 la produzione ha iniziato a calare, complice la guerra in Ucraina, l’impennata dei prezzi dell’energia in Europa, il calo del consumo di alcol, l’eccesso di offerta e la riduzione della domanda di vetro per contenitori. 

 

 

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