• 29 Aprile 2024 23:16

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Vendita auto all’estero: vantaggi e rischi

Apr 16, 2024

Per vendere un’auto all’estero ci sono diverse opzioni: una delle più comuni è affidarsi a un concessionario italiano per fare da intermediario. In alternativa si può fare riferimento alle piattaforme online specializzate nella vendita di auto a livello internazionale.

Una volta identificato un acquirente affidabile e verificate le sue credenziali è possibile procedere alla finalizzazione della vendita e organizzare il trasporto del veicolo nel paese di destinazione. Solo a questo punto è possibile procedere alla cancellazione del veicolo dal Pubblico registro automobilistico italiano per l’esportazione.

La procedura si complica se l’auto viene venduta al di fuori dall’Unione europea. In questi casi può essere richiesto il certificato di cancellazione prima della vendita per il cui rilascio è richiesta la firma dell’acquirente.

La procedura per la vendita di un’auto all’estero

Quando si procede alla vendita di un’auto all’estero, la documentazione richiesta varia a seconda che il veicolo sia stato esportato verso un paese dell’Unione Europea o extra UE.

Per un’auto ancora non reimmatricolata in un Paese dell’Unione europea bisogna presentare all’Aci il documento di trasporto internazionale o una copia del medesimo. Comprende una serie di informazioni quali la targa italiana, il numero di telaio e una ricevuta di consegna emessa dal cliente estero. Nel caso in cui il veicolo sia già stato reimmatricolato bisogna esibire la targa italiana e un documento che confermi la reimmatricolazione, o la carta di circolazione del nuovo Paese. Molte volte i Paesi richiedono il certificato di radiazione prima della reimmatricolazione, ma in Italia, questo documento non viene rilasciato senza una previa reimmatricolazione del veicolo.

Per i Paesi extra UE, se manca il documento di trasporto può essere presentata una copia della bolla doganale, sia essa italiana o del Paese di destinazione, validata dalla dogana estera. Nel caso di veicoli già reimmatricolati occorre fornire una dichiarazione dell’autorità straniera che attesti l’importazione o una copia della nuova carta di circolazione.

Tutti i documenti non in italiano devono essere accompagnati da una traduzione asseverata, certificata da un ufficio giudiziario, con l’assistenza di un traduttore che ne attesti l’autenticità davanti a un funzionario. Se si vende l’auto a un concessionario straniero, sia UE che non, è sufficiente presentare un documento che attesti l’importazione, insieme alla fattura e alla copia del documento di trasporto. Se l’auto è soggetta a fermo amministrativo è obbligatorio saldare eventuali debiti per poter procedere con la cancellazione del fermo. Allo stesso tempo, se l’auto è oggetto di pignoramento, sequestro o ipoteca bisogna dimostrare l’accettazione dell’azione da parte dell’autorità o del creditore per poter procedere con la vendita.

Da chi farsi affiancare

La vendita di un’auto all’estero può avvenire attraverso diversi canali, tra cui concessionari specializzati nella compravendita internazionale o mediante l’utilizzo di piattaforme online create per facilitare le transazioni di auto oltre confine. Queste piattaforme permettono di raggiungere un ampio pubblico internazionale, rendendo possibile il contatto diretto con potenziali acquirenti affidabili.

Una volta che un compratore è stato identificato e la sua affidabilità è stata verificata, si possono avviare le procedure amministrative per completare la vendita dell’auto destinata all’esportazione. Questo step passa dalla gestione di tutti gli aspetti legali e burocratici necessari per garantire una transazione sicura e conforme alle normative internazionali.

Quali documenti servono

Per vendere un’auto all’estero bisogna preparare e presentare una serie di documenti che comprendono le targhe originali del veicolo, la carta di circolazione, la lettera di vettura internazionale e il certificato di proprietà.

Nel caso in cui l’auto sia destinata ad essere esportata fuori dall’Unione europea serve la compilazione della bolla doganale e assicurarsi del pagamento dell’Iva e delle relative tasse doganali. Il compratore potrebbe richiedere il certificato di conformità del veicolo, un documento fondamentale per la reimmatricolazione del veicolo nel suo paese. La procedura per ottenere il certificato di conformità può richiedere l’intervento di un’agenzia specializzata in certificazioni internazionali.

Le regole per esportare un’auto all’estero

Le disposizioni sulla vendita di un’auto all’estero hanno subito molte modifiche negli ultimi anni. Fino al 2014, il processo era più diretto: bastava consegnare le targhe, il certificato di proprietà e il libretto di circolazione all’Aci e richiedere la radiazione dal Pubblico registro automobilistico per esportazione. Questa procedura alleggeriva il proprietario da ogni legame con il veicolo.

Le regole sono cambiate a seguito di abusi del sistema, utilizzato per evitare la demolizione del veicolo o per reimmatricolarlo successivamente come auto d’epoca. Per contrastare queste pratiche illecite, l’Aci ha aggiornato la normativa. Oggi per esportare un’auto all’estero non basta più presentare le targhe e i documenti di proprietà. Occorre anche fornire una lettera di spedizione internazionale che attesti l’effettiva esportazione del veicolo. Ed è richiesta una conferma di ricezione firmata dall’acquirente estero.

Se il veicolo viene reimmatricolato immediatamente nel paese di destinazione, al posto della lettera di vettura internazionale, va presentata una copia della carta di circolazione estera. La procedura è simile per le vendite fuori dall’Unione europea, con l’unica differenza che si deve fornire la nuova carta di circolazione o la bolla doganale.

Come vendere un’auto nell’Unione europea

Se il veicolo è destinato a un paese dell’Unione europea ma non è stato ancora immatricolato bisogna presentare all’Aci la lettera di vettura internazionale fornita dallo spedizioniere o una copia del documento di trasporto. Questo documento deve includere la targa italiana, il numero di telaio e una ricevuta di consegna rilasciata dall’acquirente estero.

Se invece l’auto è già stata registrata nel paese di destinazione, è sufficiente fornire i documenti personali, la targa italiana e un documento che attesti la nuova registrazione o, come alternativa, la carta di circolazione estera.

Un problema comune è la richiesta del certificato di radiazione prima della nuova immatricolazione da parte del Paese importatore. In Italia questo certificato è rilasciato solo dopo che l’auto è stata registrata all’estero. Questa discrepanza tra le procedure può complicare il processo di vendere auto all’estero, richiedendo una particolare attenzione alla documentazione necessaria per evitare ritardi o problemi nella reimmatricolazione del veicolo.

Come vendere un’auto in un Paese extra UE

Quando si decide di vendere un’auto all’estero in paesi extra-europei, e non si dispone della lettera di trasporto e il veicolo non è ancora stato registrato, è possibile presentare una copia della bolla doganale. Questo documento è rilasciato dalla dogana del paese di destinazione o può essere vidimato dalla dogana estera, con specifica menzione sul certificato di proprietà o sulla carta di circolazione italiana.

Nel caso in cui l’auto sia già stata registrata nel paese di destinazione, serve la dichiarazione ufficiale dell’autorità straniera che conferma l’importazione o una fotocopia della carta di circolazione estera. In entrambe le situazioni occorre includere una traduzione asseverata dei documenti che deve essere autenticata da un ufficio giudiziario. Un traduttore qualificato deve presentare una dichiarazione giurata, garantendo la veridicità e l’accuratezza della traduzione.

I costi da sostenere

Vendere un’auto all’estero comporta non solo un impegno per la gestione delle pratiche burocratiche, ma anche economico. Chi sceglie di gestire l’intero processo in maniera indipendente, rivolgendosi direttamente all’Aci, deve fronteggiare una serie di costi fissi. In particolare, 73,50 euro per le tasse legate al Pubblico registro automobilistico. A questa spesa si aggiungono le tasse per la radiazione e l’esportazione del veicolo, oltre al pagamento dell’Iva.

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