Sul web trovi di tutto: venditori affidabili, affaristi spregiudicati e, se abbassi la guardia, autentici truffatori. Lo ha scoperto nel modo peggiore un imprenditore, Michael Mente, ad di Revolve, che, ossessionato dalla Mercedes AMG-One, ha sborsato oltre 5 milioni di euro per un’auto che non esisteva. Quasi il doppio del prezzo di listino.
Il presunto venditore? Un fantasma. La macchina? Un miraggio. Il denaro? Sparito. L’ossessione di possedere uno dei bolidi più esclusivi al mondo ha accecato l’acquirente, spingendolo tra le braccia di un truffatore esperto. Senza verifiche, senza garanzie, senza nemmeno il minimo dubbio. Solo la certezza – tragicamente sbagliata – che un bonifico milionario gli avrebbe garantito un posto nell’olimpo delle hypercar. Ma il colpo di scena – come riferisce L’Automobile Magazine – arriva pochi mesi dopo. Non dal venditore, ma dal Dipartimento di Sicurezza Interna degli Stati Uniti.
Un’offerta troppo bella per essere vera
L’imprenditore credeva di aver trovato l’occasione della vita. La Mercedes AMG-One era un oggetto del desiderio per pochi eletti: 275 esemplari prodotti, tecnologia da Formula 1, performance da urlo. Venduta a 2,7 milioni di euro, si era volatilizzata in poche ore. Chi non era riuscito ad accaparrarsela poteva solo sperare in una rivendita, spesso con prezzi gonfiati.
Ed è qui che entra in gioco il truffatore. Si presenta come un concessionario francese con accesso esclusivo a una AMG-One riservata. Un colpo di fortuna per l’acquirente, che non si lascia sfuggire l’opportunità, accettando un prezzo assurdo: più di 5 milioni di euro. La voglia di possedere quell’auto è più forte di qualsiasi buon senso. Il denaro viene trasferito, la transazione chiusa. E l’attesa inizia. I giorni passano, poi le settimane. Nessuna AMG-One all’orizzonte. Nessuna conferma di consegna. Solo silenzio.
Poi, il telefono squilla. Ma non è il venditore. Dall’altro capo della linea c’è un agente federale. La concessionaria non esiste. L’auto è un’invenzione. E i 5 milioni di euro sono evaporati. Non è la prima volta che il falso concessionario mette a segno un colpo del genere. Nel 2023, un’altra vittima era caduta nella stessa trappola. Anche in quel caso, la promessa di una Mercedes AMG-One inesistente aveva fruttato al truffatore oltre 3 milioni di dollari.
Lo schema era rodato: identità fittizia costruita nei minimi dettagli, contratti falsificati, conti bancari blindati, un’abilità straordinaria nel manipolare le vittime, facendo leva sulla loro smania di esclusività. Questa volta, però, il piano si è sgretolato. Le indagini hanno portato al suo arresto. Oggi si trova in carcere, accusato di frode, falsificazione di documenti e appropriazione indebita.
La psicologia della truffa
Cosa porta una persona a sborsare milioni senza verificare è presto detto: la paura di restare fuori. Nel mondo delle auto di lusso, il prestigio conta più del prezzo. Avere un modello introvabile significa distinguersi, mostrare di avere accesso a ciò che gli altri non possono avere. È una questione di status, di ego, di desiderio di possedere qualcosa di inarrivabile. Ed è qui che i truffatori entrano in gioco. Non vendono solo auto: vendono illusioni. La trappola è semplice: far credere alla vittima di avere una chance unica, un colpo di fortuna che nessun altro può cogliere. E una volta che il desiderio ha preso il sopravvento, il pensiero razionale sparisce.