È una attacco pesante quello del Dipartimento di Pubblica Sicurezza al sindacato Sap, all’indomani della tragedia di Trieste in cui sono morti i due poliziotti a causa dei colpi della pistola sottratta da un domenicano agli agenti in Questura. Il Sap ha insinuato che la fondina dei due poliziotti fosse difettosa per spiegare la sottrazione da parte di Alejandro Stephan Meran dell’arma di ordinanza. Ma i vertici della Polizia di Stato con una nota replicano duramente a quelle che definisce “speculazioni” sulla morte di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta.
“Sarebbe stato un difetto nelle fondine in dotazione al personale della Polizia di Stato a costare la vita ai due agenti uccisi oggi a Trieste”, ha detto Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap). “Uno dei due agenti aveva già avuto problemi con la fondina rotante e gliene era stata data un’altra di vecchio tipo che non permette di bloccare l’arma al suo interno. All’altro collega che invece aveva la nuova fondina rotante – ha proseguito Paoloni – è stata sfilata l’arma insieme al dispositivo di contenimento, poichè il supporto ha ceduto rompendosi. Questo è un difetto che come Sap stiamo denunciando da circa un anno con continue note al Dipartimento, il quale giorni fa ci ha anche risposto dicendo che sono in corso verifiche volte alla ricerca di soluzioni per le criticità rilevate. Abbiamo sempre denunciato questa anomalia che stavolta si è rivelata fatale. Se la dinamica dovesse essere confermata – ha concluso – sarebbe di una gravità inaudita e qualcuno dovrà assumersene la responsabilità”.
“In relazione alle odiose speculazioni generate ieri da un rappresentante del SAP nel tentativo di correlare la tragica morte di Matteo e Pierluigi all’inadeguatezza dell’equipaggiamento in dotazione, il Dipartimento della pubblica sicurezza dichiara che, allo stato attuale degli accertamenti, in assenza di testimoni e documenti video, è priva di fondamento ogni arbitraria ricostruzione della dinamica che ha portato alla sottrazione dell’arma del collega ucciso per primo”, ha fatto sapere il Dipartimento.
“Sconcerta, pertanto, a poche ore dall’evento, la sicumera con cui si traggono frettolose conclusioni sulla inequivocabile riferibilità dell’accaduto alla presunta inadeguatezza della fondina. In un giorno così drammatico ci si sarebbe aspettati, almeno da chi veste la stessa divisa, un rispettoso cordoglio per le vittime e le loro famiglie. Sconvolge che alcuni, al fine di ottenere visibilità, speculino sulla morte dei colleghi caduti in servizio, profanando il dolore dei loro cari e della intera comunità. Se, in seguito, si accerteranno responsabilità di qualsiasi natura se ne chiederà conto, senza se e senza ma, anche per onorare la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per il bene comune”, ha concluso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza.
Chi indaga sull’accaduto vuole innanzitutto puntare l’attenzione sulle prima fase della drammatica vicenda. A questo proposito sono state sequestrate le fondine delle due vittime per verificarne l’integrità. Da una prima analisi non risulterebbero danni da comprometterne la funzionalità.