Dopo il blitz a Riccione per riportare a casa la madre scappata con l’amante, il figlio 23enne dell’imprenditrice del Varesotto e il dipendente dell’azienda di famiglia che era con lui sono stati rimessi in libertà dalla gip di Rimini. Per l’altro figlio, 16enne, l’udienza di convalida è prevista domani mattina a Bologna davanti al tribunale dei minori. Tutti e tre erano stati arrestati in flagrante dai carabinieri di Riccione per il sequestro di persona: dopo una telefonata di un albergatore che non era stato pagato dalla coppia, si erano precipitati in Riviera e avevano caricato la madre in auto, mentre il nuovo compagno cercava di bloccarli fino all’arrivo dei militari. Si tratta di un 34enne originario del Kenia con cui la 45enne di Tradate ha una relazione dopo aver lasciato il marito.
La gip, Sonia Pasini, ha creduto alla versione data dal ragazzo durante l’interrogatorio. Il giovane ha spiegato di aver voluto riportare a casa la mamma, che non vedeva da un anno e mezzo, perché da tempo spendeva e dissipava denaro in compagnia di cittadini stranieri. Al centro della vicenda una travagliata separazione dei coniugi e una dipendenza, pare, da alcol e droga della donna.
Il 23enne, insieme al fratello e al dipendente dell’azienda edile intestata alla donna, sabato scorso, ha prelevato la madre davanti ad un hotel di Miramare
per riportarla in famiglia. Il ragazzo è stato rimesso in libertà con il divieto però di avvicinarsi alla mamma e l’obbligo di dimora nel comune di residenza, a Tradate. Convalida dell’arresto e rimessione in libertà, con i medesimi obblighi, anche per il dipendente che aveva aiutato i due ragazzi guidando dalla provincia di Varese fino a Rimini. I tre sono tutti difesi dagli avvocati Carlotta Venturi del Foro di Rimini e Elisabetta Caione del Foro di Milano.