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Vaccini, Gimbe: 1,36% italiani ha avuto 2 dosi ma gap regioni

Feb 4, 2021

IL MONITORAGGIO

In 9 Regioni riprendono a salire i contagi: primi segnali di una inversione di tendenza, esauriti gli effetti del decreto di Natale

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(foto Epa)

In 9 Regioni riprendono a salire i contagi: primi segnali di una inversione di tendenza, esauriti gli effetti del decreto di Natale

4 febbraio 2021


2′ di lettura

Al 3 febbraio hanno completato il ciclo vaccinale anti Covid-19 con la seconda dose 808.306 persone in Italia, pari all’1,36% della popolazione, ma con marcate differenze regionali: si va infatti dallo 0,80% della Calabria all’1,89% dell’Emilia-Romagna. Inoltre, negli ultimi 12 giorni, a causa dei ritardi nelle consegne, sono state somministrate quasi esclusivamente seconde dosi. È quanto emerge dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.

In 9 Regioni riprendono a salire i contagi

Nella settimana dal 27 gennaio al 2 febbraio 2021, rispetto alla settimana precedente, «si arresta la discesa dei nuovi casi» di Covid. Secondo il monitoraggio, «in 9 Regioni risale l’incremento dei nuovi casi e in 5 Regioni si registra un aumento dei casi attualmente positivi per 100.000 abitanti». Sono «i primi segnali di una inversione di tendenza» che evidenzia come si siano «esauriti gli effetti del decreto di Natale».

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Complessivamente, il 71% delle dosi sono state destinate a operatori sanitari e sociosanitari, il 19% a personale non sanitario, il 9% a personale ed ospiti delle Rsa e l’1% a persone di età oltre i 80 anni. «È stato chiarito – spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – che il personale non sanitario, ufficialmente non previsto dal Piano vaccinale, include persone che a vario titolo lavorano nelle strutture sanitarie. Ma in questa categoria possono confluire anche soggetti al momento esclusi dalle categorie prioritarie».

Peraltro, nota il report, rispetto alla media nazionale del 19%, risulta una notevole variabilità regionale della percentuale di personale non sanitario tra i vaccinati: dal 2% dell’Umbria al 32% di Basilicata e Lombardia. «Nel bel mezzo della crisi di Governo – conclude Cartabellotta – attraversiamo una delle fasi più critiche della pandemia: da un lato l’inevitabile rallentamento della campagna vaccinale, segnata da continue revisioni al ribasso delle forniture, dall’altro i primi segnali di aumento di circolazione del virus, indubbiamente sottostimata. Ma soprattutto incombe la minaccia delle nuove varianti che rischiano di far impennare la curva dei contagi».

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