la diplomazia delle fiale
In ballo c’è la possibilità di dimostrare a Paesi amici (e soprattutto a quelli nemici) tutte le capacità di un sistema rispetto ad un altro nella tutela della salute dei propri cittadini, nella raggiunta capacità di ricerca scientifica e nella possibilità di cedere o usare partite di dosi per rafforzare alleanze
di Gerardo Pelosi
In ballo c’è la possibilità di dimostrare a Paesi amici (e soprattutto a quelli nemici) tutte le capacità di un sistema rispetto ad un altro nella tutela della salute dei propri cittadini, nella raggiunta capacità di ricerca scientifica e nella possibilità di cedere o usare partite di dosi per rafforzare alleanze
11 dicembre 2020
4′ di lettura
È’ un po’ come la corsa allo spazio tra Russia e America durante la guerra fredda. Ma in gioco, questa volta, c’è la vita di milioni di persone. Anche per il vaccino contro il Covid 19 da mesi si è ingaggiata una competizione senza esclusione di colpi tra Paesi, Big Pharma, centri di ricerca e perfino agenzie di intelligence dal Mossad all’Mi6 inglese al Guojia Anquan Bu, ministero della sicurezza dello Stato, in pratica gli 007 cinesi. In ballo c’è la possibilità di dimostrare a Paesi amici (e soprattutto a quelli nemici) tutte le capacità di un sistema rispetto ad un altro nella tutela della salute dei propri cittadini, nella raggiunta capacità di ricerca scientifica e nella possibilità di cedere o usare partite di dosi per rafforzare alleanze, stringere accordi, recuperare rapporti in chiave di ben precise strategie geopolitiche regionali.
In Italia militari di Pratica di mare al lavoro già per la prima fase
Se in Italia la prima fase per la distribuzione dei vaccini di tipo freeze della Pfizer è prevista per la prima metà di gennaio con l’aeroporto di Pratica di mare a fungere da hub per lo smistamento, in Russia e nel Regno Unito le operazioni sono già in corso. Tra i primi la Russia che ha iniziato il il 5 dicembre il processo di vaccinazione di massa con il vaccino “Sputnik V”, sviluppato dal Centro Gamaleya di San Pietroburgo con il supporto del Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif), E’ somministrato alla popolazione su base volontaria e gratuitamente in 70 cliniche tra Mosca e dintorni. Primi destinatari i medici, infermieri, assistenti sociali e insegnanti, categorie considerate “ad alto rischio” di esposizione. Ma l’obiettivo è farlo usare anche all’estero come arma di influenza geopolitica. Secondo Kirill Dmitriev, capo del Rdif, «più di 40 Paesi, che rappresentano oltre il 50% della popolazione mondiale, hanno mostrato interesse per Sputnik V».
Il Mossad mette gli occhi sul vaccino cinese
In Israele le operazioni di vaccinazioni negli ospedali e nelle altre strutture sanitarie cominceranno il 27 dicembre. Il 9 dicembre una cerimonia all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv ha accolto l’arrivo della prima spedizione di vaccini anti covid acquistati dal Governo israeliano. Il premier Benjamin Netanyahu era presente mentre il cargo scaricava oltre 100mila vaccini prodotti dalla Pfizer. Netayahu ha detto che sarà il primo a farsi vaccinare perché crede nel vaccino e vuole dare l’esempio a tutti gli israeliani. Israele ha acquistato dalla Pfizer 8 milioni di dosi, che serviranno per vaccinare 4 milioni di israeliani, metà della popolazione. Entro la fine del mese, in Israele dovrebbe arrivare la metà del totale dei vaccini acquistati. La data del 27 è stata scelta per attendere il via libera della Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti all’uso del vaccino, atteso entro questa settimana.
Le autorità israeliani cercano di acquisire da più fonti i vaccini e metterli a confronto tra loro. Il 29 ottobre il ministero degli Esteri israeliano Gabi Ashkenazi ha chiesto anche al suo omologo italiano, Luigi DI Maio di potere testare il vaccino italo- inglese AstraZeneca.
Già da ottobre sono partite poi le sperimentazioni sugli umani del vaccino anti covid Brilife, prodotto dall’Israel Institute for Biological Research. Il vaccino israeliano, che si basa sull’utilizzo di un virus della stomatite vescicolare (Vesicular stomatitis viruses, VSV), un tipo di virus che non causa malattie negli uomini, è stato testato con successo sui suini. Al momento, sono già pronte 25000 dosi di vaccino, mentre l’istituto ha capacità per produrne 15milioni. Intanto il Mossad avrebbe portato in Israele dosi di uno dei quattro vaccini cinese per studiarlo. Israele sta anche collaborando con i Paesi del Golfo contro la pandemia. A New York l’ambasciatrice degli Emirati Arabi Uniti presso le Nazioni Unite ha dichiarato pubblicamente che il suo governo sarebbe disposto a lavorare con Israele su un vaccino per il virus.
I produttori dei quattro vaccini cinesi fanno test in altri 16 Paesi
In Cina i vaccini sono questione di Stato monitorata anche dai servizi di intelligence. Per il ridotto numero dei casi ormai presenti sul territorio nazionale I produttori di vaccini cinesi stanno compiendo i test in altri 16 Paesi all’estero. I quattro principali produttori in competizione tra loro sono CanSino basato a Tianjin, CNBG di Wuhan (epicentro della pandemia), Sinovac di Pechino end ZFLongkema di Anhui.CanSino fonrirà 35 milioni di dosi di vaccino al Messico mentre CNBG sta cercando di aprirsi ai mercati del Medio Oriente e del Sud America. Gli Emirati Arabi Uniti intendono produrre insieme a CNBG circa 100 milioni di dosi entro il 2021. La Cina è poi entrata nella rete dei servizi di Covid-19 Vaccines Global Access (COVAX), uno sforzo condotto dall’Organizzazione mondiale della Sanità e nella Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) per essere sicuri che ogni prodotto sia testato, sicuro e messo a disposizione di chiunque, Paese povero o ricco.
La Turchia usera il vaccino cinese Sinovac
Proprio oggi 11 dicembre in Turchia si prevede di avviare il piano di vaccinazioni iniziando dal personale sanitario con i primi 3 milioni di dosi. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Fahrettin Koca, spiegando che fino a 20 milioni di dosi del vaccino cinese Sinovac saranno rese disponibili questo mese, 20 milioni a gennaio e 10 milioni a febbraio. Finora, i vaccini in fase sperimentale sono stati somministrati a 12.450 volontari in 12 province della Turchia tra personale sanitario e comuni cittadini di eta’ compresa tra 18 e 59 anni, senza riscontrare secondo le autorita’ effetti collaterali significativi.
Le prime vaccinazioni nel Regno Unito con grande battage pubblicitario sono state rese possibili evitando i tempi dell’Ema europea. Ma anche tra Paesi Ue ci saranno differenze. Il vaccino anticovid sara’ a disposizione in Germania dai primi giorni del gennaio 2021 ma già entro il 15 dicembre la Germania sarà tra i primi ad allestire nuovi centri per le vaccinazioni.