AGI – Crollano le somministrazioni della quarta (-31%) e della quinta dose (-22,4%) di vaccino anti-Covid. È quanto emerge dall’ultimo monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, in cui si rileva che sono 6,77 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 6,43 milioni attualmente vaccinabili, pari all’11,2% della platea (dal 7,4% della Provincia autonoma di Trento al 14,7% della Provincia autonoma di Bolzano), e 0,34 milioni temporaneamente protette in quanto guarite dal Covid da meno di 180 giorni, pari allo 0,6% della platea (dallo 0,3% della Basilicata all’1,3% del Friuli Venezia Giulia).
Quanto alla terza dose al 17 febbraio scorso risultavano essere 7,24 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, mentre, alla stessa data, sono state somministrate 5.946.113 quarte dosi, con una media mobile di 2.279 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 3.304 della scorsa settimana (-31%) “numeri che documentano un crollo delle somministrazioni – afferma Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe – che prosegue da oltre un mese”. In base alla platea ufficiale (19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 31,1% con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 44,6% del Piemonte.
Sulle quinte dosi, infine, ne sono state somministrate 466.880, con una media mobile di 1.576 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 2.032 della scorsa settimana (-22,4%) e un trend in discesa iniziato a fine gennaio. In base alla platea ufficiale (n3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immunocompromessi, 117.245 ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi è del 14,8% con nette differenze regionali: dal 5% della Campania al 28% del Piemonte.
Negli ultimi 7 giorni continuano a scendere contagi (-8,3%), ricoveri ordinari (-7,5%) e terapie intensive (-5,5%) ma aumentano nuovamente i decessi (+7,2%). È quanto emerge dal monitoraggio sul Covid-19 della Fondazione Gimbe, che rileva, nella settimana 10-16 febbraio 2023, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (28.347 vs 30.901) e un aumento dei decessi (299 vs 279, con una media di 43 al giorno rispetto ai 40 della settimana precedente).
In calo le persone in isolamento domiciliare (182.174 vs 192.436, -5,3%), i ricoveri con sintomi (3.200 vs 3.459) e le terapie intensive (154 vs 163). “Seppur ampiamente sottostimati – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – i nuovi casi settimanali si confermano in ulteriore calo (-8,3%): da quasi 31mila nella settimana precedente scendono a oltre 28mila, con una media mobile a 7 giorni di poco oltre 4mila casi al giorno”.
I nuovi casi diminuiscono in tutte le regioni, a eccezione di Campania (+2,1%), Friuli Venezia Giulia (+2,5%), Lazio (+1,2%) e Molise (+7,7%): dal -3,4% della Basilicata al -31,9% delle Marche. In 25 province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,2% di Bari al +57,1% di Sondrio, mentre nelle restanti 78 province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,3% di Torino al -53,4% di Macerata); stabili Frosinone ed Enna con una variazione dello 0%.
In nessuna provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100mila abitanti. Inoltre, si registra un lieve calo del numero dei tamponi totali (-2%): da 547.026 della settimana 3-9 febbraio a 536.080 della settimana 10-16 febbraio. “Sul fronte degli ospedali – afferma poi Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – continua a scendere il numero dei ricoveri sia in area medica (-7,5%) che in terapia intensiva (-5,5%)”. In termini assoluti, i posti letto Covid occupati in area critica, raggiunto il massimo di 347 il 12 dicembre, sono scesi a 154 il 16 febbraio; in area medica, raggiunto il massimo di 9.764 il 12 dicembre, sono scesi a 3.200 il 16 febbraio.
Al 16 febbraio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 5% in area medica (dall’1,1% del Molise al 15% dell’Umbria) e dell’1,6% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta al 3,6% dell’Emilia Romagna). “In lieve diminuzione gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 14 ingressi/die rispetto ai 15 della settimana precedente”.