Polemiche a valanga
Il voto alla Camera sull’impeachment è arrivato al termine di un dibattito acrimonioso, che ha mostrato la spaccatura tra i partiti e anche nel Paese. Si sono ripetute prese di posizioni contrapposte. «Nel corso di tre mesi abbiamo trovato prove incontrovertibili che Trump ha abusato del suo potere facendo pressioni sul Presidente dell’Ucraina perché indagasse su un avversario politico del Presidente Trump», ha affermato Adam Schiff, democratico alla guida della Commissione Intelligence della Camera, che ha capitanato l’inchiesta. «Il Presidente e i suoi collaboratori continuano a complottare, il pericolo sussiste, è reale, e la nostra democrazia è in pericolo», ha continuato.
Sul lato opposto della barricata il deputato Mark Meadows, leader della corrente più conservatrice repubblicana, ha affermato che «la storia registrerà che i democratici non hanno saputo lavorare con Trump e si sono consolati cercando di zittire la volontà del popolo americano». Barry Loudermilk si è spinto a paragonare il presidente a Gesù, dicendo in aula che «al figlio di Dio erano stati riconosciuti più diritti» da Ponzio Pilato di quelli garantiti dai democratici al Presidente.
I fatti
I contorni dei fatti al cuore dell’impeachment sono emersi durante settimane di audizioni alla Commissione Intelligence della Camera, con numerose testimonianze di ex funzionari e diplomatici dell’amministrazione: Trump ha chiesto al governo dell’Ucraina un favore, indagare sulla famiglia del rivale democratico Joe Biden, il cui figlio Hunter sedeva nel board d’una società energetica di Kiev. E anche su una screditata teoria che vedeva l’Ucraina sospettata di interferenze nelle elezioni Usa del 2016, a vantaggio dei democratici, e non la Russia a favore di Trump, come concluso dai servizi segreti americani. In cambio di quel favore, Trump avrebbe rilasciato aiuti militari da quasi 400 milioni che aveva bloccato e che sono necessari a Kiev nel conflitto con Mosca. Sul piatto c’era anche l’offerta di ricevere il presidente Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca.
Gli aiuti furono versati, ma solo all’indomani dello scoppio dello scandalo. La Casa Bianca avrebbe poi tentato di nascondere prove e testimoni dello “scambio”. I democratici giudicano tutto ciò degno di impeachment; un vero e proprio ricatto che ha messo in dubbio la sicurezza nazionale degli Usa indebolendo un alleato, l’Ucraina, contro un avversario, la Russia, e minacciato di corrompere la democrazia e le elezioni americane, invitando un Paese estero a interferire. I repubblicani affermano che non ci sono prove sufficienti e che si tratta solo dell’ultimo capitolo dello sforzo dell’’opposizione di “annullare” le elezioni del 2016, vinte da Trump.
I sondaggi
Resta da vedere l’effetto politico che avranno l’impeachment e le continue polemiche. Per Trump è una macchia indelebile, storica. Ma il Presidente è sicuro di poter delegittimare quanto avvenuto e rafforzare così la sua popolarità, soprattutto tra la sua base. La polarizzazione di partito si riflette nei mass media e per ora anche nell’elettorato. Cbnc ha trovato il 45% degli americani contrario all’impeachment e il 44% favorevole. Politico il 50% a favore – anche d’una rimozione definitiva di Trump dalla Casa Bianca – e il 43% contro. Tra i democratici il 78% sostiene l’impeachment, ma tra i repubblicani l’83% lo boccia. Fra gli indipendenti, il 46% lo disapprova e il 41% lo approva. Alle urne del prossimo novembre manca ancora quasi un anno, un’eternità in politica
Per approfondire:
●Impeachment: leggi, regole e iter che governano un processo al Presidente
● A un anno dal voto in Usa Trump rischia davvero l’impeachment?