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Usa, Trump alla prova dello shutdown. In Europa scatta la fine del Qe

Dic 30, 2018

MILANO – Lo shutdown americano e le tensioni sull’asse Casa Bianca-Fed sono i due temi dominanti dei mercati della prima settimana 2019. Sul primo fronte si attende la riapertura del Congresso, in programma giovedì, per provare a sbloccare l’impasse che sta paralizzando una parte delle attività federali dallo scorso 22 dicembre. All’origine dello scontro c’è soprattutto la richiesta del presidente Usa Donald Trump di reperire i 5 miliardi necessari per la costruzione del muro di confine con il Messico, richiesta che i democratici – che dal prossimo anno saranno in maggioranza alla Camera – non intendono avallare.

Sullo sfondo si è intanto alleggerita la tensione tra il presidente Usa il capo della Fed Jerome Powell. A ridosso dell’ultima riunione della Banca Centrale Usa il tycoon si era schierato apertamente contro la decisione di un prossimo rialzo dei tassi, rialzo che la Fed ha poi comunque effettuato. Uno strappo che secondo alcune indiscrezioni giornalistiche aveva spinto Trump a meditare anche un clamoroso licenziamento dello stesso Powell. La schiarita è arrivata pochi giorni dop Natale, quando il capo degli advisor economici della casa bianca Kevin Hasset ha chiarito che il posto di Powell è al sicuro “al 100%”. Parole di rassicurazione sono arrivate anche nei confronti di Steven Mnuchin, anch’egli entrato nella lista nera del presidente.Trump – ha spiegato Hasset a proposito del segretario al Tesoro- “è molto contento” di lui.

Sulla sponda italiana, archiviato il delicatissimo dossier della Manovra, il governo concentrerà tutte le sue forze sull’attesissimo decreto che includerà quota 100 e il reddito di cittadinanza, il cui finanziamento – pur ridotto all’ultimo – è comunque assicurato da appositi fondi previsti in Manovra. L’esito positivo della trattativa con Bruxelles ha riportato lo spread in zona 250 punti, a beneficio anche delle aste degli ultimi giorni, tutte con rendimenti in calo rispetto agli ultimi collocamenti. Per i nostri titoli di Stato però a partire dal 1 gennaio si allenterà leggermente la rete di protezione della Banca Centrale Europea, visto che dal 2019 è scattata la fine degli acquisti netti nell’ambito del cosiddetto Quantitative Easing. La Banca centrale si limiterà così soltanto a reinvestire quanto incassato dai bond in scadenza. Di fatto si dovrebbe ridurre il ruolo di “super compratore” di titoli sul mercato che l’Eurotower ha svolto negli ultimi tre anni.

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