AGI – Ogni anno, l’industria dell’elettronica rilascia milioni di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera. La quantità di rifiuti elettronici nel mondo (da solo il settore è responsabile del 3% delle emissioni a livello globale) è in continua crescita e gli smartphone rappresentano il flusso di rifiuti elettronici con la crescita più rapida. Un iPhone nuovo “costa” 78 chilogrammi in termini di Co2: di queste l’80% sono legate alla produzione, il 3% al trasporto, il 16% all’uso, l’1% allo smaltimento.
È quanto emerge dal primo Report di Impatto Ambientale di Swappie, ecommerce che si occupa della compravendita di smartphone usati e ricondizionati. Secondo la società uno smartphone ricondizionato produce il 78% di carbonio in meno rispetto a un telefono nuovo: l’80% della produzione viene sostituito dal 2%.
Produrre un nuovo smartphone richiede elementi rari e di valore, la maggior parte dei quali deriva dall’estrazione mineraria che ha un impatto negativo a livello ambientale e sociale. Eliminando le attività ad alta intensità di emissioni di carbonio legate all’approvvigionamento dei materiali, alla supply chain e alla produzione, fondamentali per dar vita a un nuovo smartphone, si crea un modello di business circolare caratterizzato da un impatto positivo. Scegliendo uno smartphone ricondizionato insomma si prolunga la vita di uno device esistente e si riduce allo stesso tempo la propria impronta carbonica.
Dalla sua fondazione nel 2016 (quando solo il 5% degli utenti di smartphone sceglieva device di seconda mano) e oggi, la società dichiara una comunità di un milione di persone in tutta Europa. “Scegliendo ricondizionato rispetto al nuovo, gli utenti Swappie – sostiene la compagnia – hanno evitato l’emissione di oltre 23.500 tonnellate di CO2e nel 2021, la stessa quantità di emissioni di carbonio catturate dalla crescita di 389.401 alberi in 10 anni”.
“Gli ultimi mesi – ha spiegato Sami Marttinen, CEO e co-fondatore di Swappie – ci hanno posto davanti all’evidenza della crisi climatica che il nostro pianeta si trova ad affrontare con il caldo estremo e la siccità che scatenano il caos a livello globale. Le cause sono numerose, ma non c’è dubbio che il comportamento dell’uomo tenda ad aggravare la situazione.
È difficile non essere scoraggiati dal pensiero del nostro futuro climatico, ma non è il momento di essere disfattisti e rinunciare. È infatti necessario il contrario. Dobbiamo raddoppiare il nostro impegno e ricordare alle persone dell’impatto collettivo delle loro scelte e di come queste possano fare una vera differenza per il futuro del nostro pianeta”.