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Unicredit, raggiunto l’accordo: 2mila assunzioni, 3.900 uscite volontarie

Feb 4, 2017

MILANO – Accordo fatto tra la dirigenza di Unicredit e i suoi bancari sui tagli al personale: prevede 2000 nuove assunzioni a fronte di 3.900 uscite “volontarie”. La Fabi, il sindacato autonomo dei bancari, ha dato notizia dell’intesa siglata nella notte, in una fase quanto mai importante della banca che ha alle porte una complessa ricapitalizzazione da 13 miliardi di euro. Una operazione che si inscrive in un piano industriale di snellimento del gruppo, che vuole chiudere oltre 800 filiali per il rilancio della redditività. Il disegno del management aveva trovato la contrarietà dei sindacati, preoccupati che il mancato turnover provocasse problemi di oepratività delle filiali e critici sul fatto che a fronte delle perdite emerse in estate (che hanno spinto a varare il maxi aumento) ci fossero ricadute così pesanti sui dipendenti. A luci accese, invece, è stato trovato l’accordo sugli esuberi grazie all’introduzione dei criteri della volontarietà delle uscite e alla garanzia di turnover.

“E’ un accordo, raggiunto dopo una trattativa durissima, che guarda al futuro e valorizza i lavoratori in un ottica di netta discontinuità col passato – commentano Mauro Morelli, Segretario nazionale Fabi e Stefano Cefaloni, Coordinatore Fabi Unicredit, il sindacato dei bancari – Oggi possiamo dire che azienda e dipendenti scommettono insieme sul rilancio del gruppo. E’ stata infatti respinta l’impostazione iniziale dell azienda che puntava unicamente a una drastica riduzione dell occupazione. Abbiamo ottenuto la garanzia che verranno mantenuti i livelli occupazionali stabiliti nel piano almeno per i prossimi tre anni, oltre 2000 nuove assunzioni, un impegno esigibile sulle pressioni commerciali a tutela dei dipendenti. Dopo sei anni, sono inoltre stati sbloccati i percorsi di carriera con un nuovo accordo sugli inquadramenti”.

L’accordo nello specifico prevede dunque 1300 nuove assunzioni, 600 stabilizzazioni di lavoratori con contratto d’apprendistato e un turnover di 1 a 3 nella assunzioni in caso di decessi, licenziamenti o dimissioni che porterà il saldo dei nuovi ingressi a oltre 2mila. D’altra parte ci sono 3900 uscite volontarie e incentivate entro il primo semestre del 2024, che si vanno ad aggiungere alle 6mila già stabilite in precedenza. Nei patti anche il “riequilibrio del contributo aziendale sulla casa sanitaria di gruppo, con trattamenti uguali per tutti i lavoratori, premio aziendale di 800 euro se si sceglie la formula welfare e di 600 se si sceglie quella in contanti – spiega una nota della Fabi – definizione di un nuovo accordo sugli inquadramenti, garanzia occupazionale che nel triennio il gruppo non procederà alla dichiarazione di nuovi esuberi. E’ stata, infine, istituita una commissione bilaterale sulle pressioni commerciali con l’individuazione di un referente aziendale che interverrà in maniera concreta, su segnalazione, in caso di comportamenti lesivi della professionalità e della dignità dei lavoratori”.

“Si tratta di un documento equilibrato e di alto valore sociale – ha dichiarato Mariangela Verga, segretaria nazionale Uilca – definito con grande senso di responsabilità e nella consapevolezza della necessità di un rilancio del gruppo”. Anche per Giulio Romani della First Cisl, “l’accordo sul piano industriale di UniCredit crea le condizioni per il rilancio della banca e per mantenere la sua identità italiana”.

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