Il 7 giugno 2017 fu pubblicato nel nostro paese il decreto legge 74/2017, che estese l’obbligo di vaccinazione oltre le 4 condizioni da tempo previste (poliomielite, difterite, tetano ed epatite B) a 12, a comprendere pertosse, Haemophilus influenzae tipo b, meningococcico B, meningococcico C, morbillo, rosolia, parotite e varicella, per tutti coloro che hanno fra 0 e 16 anni. Il governo era quello di Gentiloni, e ministro della sanità era Beatrice Lorenzin.
Oggi si misura un risultato importante: l’Oms ha dichiarato l’eliminazione della trasmissione endemica della rosolia, una malattia che si trasmette per via aerea o contatto diretto e che nelle donne in gravidanza è pericolosa. In questa fascia della popolazione, infatti, in aggiunta al raro rischio di effetti gravi che interessa tutta la popolazione (encefaliti in un caso su 6000 e porpora trombocitopenica in un caso su 3000), il virus della rosolia è in grado di superare la barriera placentare e provocare anomalie embrio-fetali. In particolare, se l’infezione avviene poco prima del concepimento o nelle prime 8-10 settimane di gestazione, il rischio stimato di conseguenze al feto è fino al 90%; e le conseguenze sono gravi, implicando malformazioni di vario tipo.
La fine della trasmissione endemica, naturalmente, non implica che non si osservino più casi in futuro: significa solo che, per almeno 12 mesi, un sistema di sorveglianza nazionale efficiente come quello italiano non ha rilevato più casi, talchè le catene di trasmissione in loco devono essere interrotte e i focolai spariti; ma, ovviamente, non si può escludere la comparsa di futuri casi dovuti ad importazione del virus.
Questo ha una conseguenza importante: è necessario mantenere ancora alta la copertura vaccinale, perché finchè la rosolia non sarà definitivamente eradicata, l’abbassamento dell’immunità di popolazione nel nostro paese esporrebbe ad un nuovo rischio di endemizzazione la nostra nazione.
Il risultato che abbiamo ottenuto, dunque, è il seguente: siamo riusciti a buttar fuori dal nostro paese questo virus per il quale non esiste una terapia specifica, e che causa condizioni gravi pienamente prevenibili dal vaccino, e abbiamo creato un muro immunitario che si è dimostrato efficace; ma, nonostante l’ottimo traguardo tagliato tutto sommato in pochi anni, è indispensabile che tale muro non sia lasciato andare in rovina, permettendo che si formino nella popolazione nuovi strati suscettibili all’infezione e vanificando così lo sforzo compiuto.
Inoltre, è bene ricordare certe ipotesi circolate durante la pandemia, riguardo l’abbassamento clamoroso dei casi di morbillo e di rosolia imputati alla diffusione dell’uso delle mascherine.
L’anno scorso, alcuni esperti incerti circa il peso di questo fattore rispetto alla vaccinazione contro la rosolia (e il morbillo), dichiararono che “mascherine e distanziamento sono stati archiviati. Dunque, se per una volta Covid-19 ha avuto un impatto positivo, è facile prevedere che questi virus torneranno a circolare”.
Per fortuna, almeno fino a oggi le paure di tali esperti, che comunque invitavano già allora ad aumentare ulteriormente la copertura vaccinale, non si sono avverate, almeno per il caso della rosolia, la cui consistenza anzi è scemata fino alla dichiarazione odierna dell’Oms.
Certo è ben possibile che si sia avuto un effetto aggiuntivo delle mascherine negli ultimi due anni, che hanno per così dire hanno dato il “colpo finale” a un virus già declinante grazie alla copertura vaccinale; in ogni caso, il livello a cui tale virus si è ridotto è stato tale, da non causare nessuna ripresa dopo l’abbandono delle misure di contrasto a Sars-Cov-2.
Come ha dichiarato il mio amico dott. Diego Pavesio, medico di medicina generale componente della commissione Commissione Solidarietà Omceo di Torino e tra i più attivi nella promozione della vaccinazione contro le malattie prevenibili, l’ottimo risultato odierno discende da un fatto preciso: “Nel 2017 la Politica (con la P maiuscola) impose l’obbligo vaccinale scatenando ondate di cialtroni, di vergognosi medici no-vax e di una certa parte di politici vomitosamente populisti e ignoranti”.
Certo, in epidemiologia nulla è definitivo fino all’eradicazione completa di un patogeno (e che questa sia possibile resta da vedersi); ma l’efficacia almeno del vaccino contro la rosolia, alla luce di decenni di esperienza, è incontestabile, e anche il nostro paese oggi può testimoniarlo.