• 23 Novembre 2024 8:06

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Una sentenza che fa storia annulla multa dell’autovelox: la motivazione

Set 27, 2024

Da Firenze arriva una sentenza storica che potrebbe cambiare ben presto l’universo degli autovelox. Infatti, il Tribunale del capoluogo toscano ha deciso che un apparecchio “approvato” non significa che sia “omologato“, indi per cui la multa dell’autovelox incriminato è da annullare. Adesso si aprono nuovi scenari, perché quanto emerso nel contesto fiorentino fa giurisprudenza e potrebbe provocare una serie di annullamenti di multe da autovelox di questa fattispecie a pioggia.

Cosa è successo a Firenze

Il giudice Massimo Maione Mannamo della seconda sezione civile del tribunale di Firenze ha respinto l’appello del Comune di Firenze dopo la prima decisione del giudice di pace in merito alle multe emesse da un autovelox approvato ma non omologato. In entrambi i gradi di giudizio la sentenza è stata impenetrabile e chiarissima, utilizzando con forza e decisione l’utilizzo delle parole: “Omologazione e approvazione non sono sinonimi, e sono procedimenti tra loro distinti, in quanto aventi caratteristiche, natura e finalità diverse”. E in ordine di violazione del Codice della Strada “per il superamento del limite della velocità – si legge ancora –, è illegittimo l’accertamento eseguito con apparecchio approvato ma non omologato”.

A essere messo al tappeto, in quanto solo approvato da parte della pubblica amministrazione, è l’autovelox in viale Matteotti a Firenze. A portare davanti ai giudici la questione, invece, è stato l’avvocato, nonché vittima stessa del rilevatore incriminato, Roberto Tartagli. Il verbale di infrazione non è tra i più rilevanti, dato che l’auto viaggiava a 61 chilometri orari e la multa è di circa centosessanta euro.

Perché le multe di un autovelox del genere non sono valide

Il giudice nella sua sentenza spiega in modo esaustivo poiché l’autovelox non è consono a emettere multe valide: “La preventiva approvazione dello strumento di rilevazione elettronica della velocità – spiega – non può ritenersi equipollente, sul piano giuridico, all’omologazione ministeriale”. Questo perché il procedimento di approvazione dell’autovelox costituisce “un passaggio propedeutico al fine di procedere all’omologazione”. E perché quest’ultima è una prassi di natura ministeriale, che prevede anche un test tecnico per offrire la perfetta funzionalità e la precisione dello strumento. Dall’altra parte, l’approvazione non richiede la “comparazione del prototipo con caratteristiche ritenute fondamentali o con particolari prescrizioni previste dal regolamento”.

Cosa potrebbe accadere adesso

In seguito alla sentenza emessa dal Tribunale di Firenze, a livello nazionale si corre il rischio di avere una valanga di ricorsi per fattispecie simili a quelle evidenziate dalla questione toscana. Per quanto riguarda invece la città baciata dal fiume Arno, la sentenza passata in giudicato potrebbe andare a intaccare il tesoretto da 23 milioni di euro che Palazzo Vecchio ha incassato nel 2023 dagli autovelox.

Vero è che la sentenza non è applicabile in modo indiscriminato, ma lo stesso Comune di Firenze, in una nota datata fine aprile, ha ammesso che gli autovelox fiorentini “in funzione sono approvati e non omologati anche perché per la procedura di omologazione, come previsto dall’articolo 142 del Codice della Strada del 1992, servivano decreti attuativi mai emessi”. Insomma, a Firenze si corre il rischio che qualunque multa possa essere contestata e annullata senza grossi problemi. Vedremo se sarà così.

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