• 27 Novembre 2024 8:05

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Una pizza per una lezione di autodifesa. L’idea di una ristoratrice contro la violenza sulle donne 

Nov 23, 2024

AGI – Una pizza in difesa delle donne. Il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, è l’occasione non solo di parlare di un tema, purtroppo, sempre più di attualità, ma è anche il modo per dare un aiuto concreto alle donne contro il dilagare della violenza. E Katia Coppola, napoletana e fondatrice della omonima catena di ristorazione insieme ai due fratelli, ha deciso di offrire una lezione di autodifesa a tutte le donne che lunedì acquisteranno nelle loro pizzerie a Milano, Bergamo, Como e Como Lago, una pizza ‘Nastro rosso’. Un nome simbolico e già evocativo.  

 

La pizza si chiama ‘Nastro rosso’ perché ‘in primis’ è il simbolo che si abbina alla giornata del 25 novembre e poi il rosso per me è il colore della passione, della donna” spiega Katia Coppola all’AGI. Una tradizionale pizza napoletana Dop dagli ingredienti classici – pomodoro, mozzarella di bufala campana, provolone del Monaco, basilico – che si trasforma in uno strumento di comunicazione sociale per la donna contro la violenza. Perché il gusto, in questo caso, non sta tanto nella pizza quanto nel messaggio e nel regalo concreto che sarà fatto a tutte le donne che la compreranno.

 

Come le è venuta in mente l’idea di regalare una lezione di autodifesa a chi acquisterà, lunedì 25 novembre, una pizza Nastro rosso? “Avevo voglia di fare qualcosa di differente – risponde l’imprenditrice – di far arrivare un messaggio autentico alle persone, per sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne in questa giornata particolare”. L’idea della lezione di autodifesa nasce dall’esperienza personale: “Conosco Marco Salvemini, il proprietario di questa palestra a Paderno Dugnano, nel Milanese, che è specializzata in sport da combattimento. Io la frequento e ho notato che ci sono moltissime donne che partecipano. Così, un giorno ne abbiamo parlato con il proprietario ed è nata l’idea, in una sinergia fifty-fifty, che è fatta con il cuore”. Idea condivisa subito pure dai due fratelli di Katia, Ciro e Antonio, perché nella lotta contro la violenza sulle donne è fondamentale che ci sia anche l’uomo in prima linea. 
Lo slogan, ‘Basta essere vittime, difendersi è possibile’. “Ho pensato che molte volte le donne non sanno che si può fare un corso di autodifesa e in 1 ora non acquisisci solo delle tecniche di autodifesa, ma impari anche a rafforzare l’autostima personale, cosa che è fondamentale per le donne”. 

 

 

 

Ecco il punto, non solo la capacità di difendersi da un punto di vista fisico ma anche l’autostima. “Io sono una donna con una forte autostima, e credo che questa sia la base – sostiene Katia Coppola – perché se è gravissima la violenza fisica sulle donne, non bisogna sottovalutare la violenza psicologica. Abbiamo bisogno di rafforzarci, è un lavoro che va fatto su noi stesse”.  Ma qualche perplessità all’inizio c’è stata… “Mi sentivo in difficoltà per il rischio che venisse preso come un messaggio di marketing – confida la donna all’AGI – ma poi ci ho voluto mettere la faccia e ci credo. Non è marketing, è fare qualcosa, è generare parola e la parola serve”.  “Naturalmente – prosegue – mi auguro che ci sia un riscontro positivo ma, comunque vada, sarà valsa la pena: sarò felice se saranno coinvolte 100 donne o anche solo 2, perché ciò che conta è che ne stiamo parlando”. 

 

La violenza sulle donne è un tema purtroppo ancora troppo presente: basti pensare che secondo le stime rese note dal ministro dell’Interno al 19 novembre erano 96 le donne uccise dall’inizio dell’anno, anche se le stime non riescono a stare dietro alla cronaca. E un modo per cercare di attuare un cambiamento sociale e culturale che segni un’inversione di tendenza, è anche quello di parlarne, a tutti i livelli, dagli ambienti della famiglia alla scuola fino quelli relativi allo svago offerto, per l’appunto, da una serata in pizzeria. La sensibilizzazione su queste tematiche parte anche dalla formazione che “noi – racconta la ristoratrice – stiamo facendo al nostro personale nei locali che gestiamo. Già questo per me è importante perché se ne parla in modo non ipocrita ma autentico. Ed è fondamentale”.

 
Come funzionerà concretamente? “Intanto voglio dire che è dedicata solo alle donne che quando verranno a mangiare la pizza ‘Nastro rosso’, il 25 novembre, dovranno compilare un modulo con i loro dati. Noi li raccoglieremo a fine giornata, e loro verranno contattate successivamente per conoscere la data della lezione di autodifesa alla quale partecipare tutte insieme”. E Katia sarà in prima fila con loro anche lì. “Certo, ci sarò pure io. Sarà un corso prettamente femminile. Poi se un uomo, un padre o un marito, viene da noi il 25 novembre e regala la pizza alla figlia o alla moglie, lei avrà in omaggio la lezione di autodifesa. Miriamo a quante più persone possibili, anche solo per offrire una conoscenza. Il mio intento è far capire alle ragazze, alle donne, che possiamo imparare a difenderci”. 
Insomma, più pizza e meno ‘pizze’, per dirla alla romana. Anzi, zero pizze. Perché le pizze devono essere solo quelle che si mangiano, e in questi tempi non è superfluo dirlo.

 

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