Non c’ solo la poetica espressa nei film che tutti conoscono. Da Ricomincio da tre a Scusate il ritardo, da Non ci resta che piangere a Pensavo fosse amore invece era in calesse, fino all’ultimo struggente Postino. C’ anche una poetica che Massimo Troisi, uno degli attori e autori pi amati di sempre nella storia dello spettacolo italiano, sapeva esprimere, come dire, “alla vecchia maniera”: una penna o una matita recuperata in qualche modo, versi buttati gi su foglietti e pezzi di carta, nel tentativo – che ognuno di noi ha fatto almeno una volta nella vita – di fermare emozioni e considerazioni che altrimenti rischierebbero di fuggire. Ed proprio questo Massimo Trosi inedito su cui si concentra la mostra romana “Troisi poeta Massimo” presso il Teatro dei Dioscuri al Quirinale, che domani aprir al pubblico a Roma.
Il filo conduttore la scrittura
Un’iniziativa che arriva a 25 anni dalla scomparsa dell’artista di San Giorgio a Cremano. Il filo conduttore – racconta Marco Dionisi, curatore assieme a Nevio De Pascalis della mostra – la scrittura. Il lato comico in questa esposizione c’, ma forse oscurato dalla vena poetica dell’artista. il pensiero di Massimo che viene messo a fuoco. Ecco allora un percorso che si snoda dai primi componimenti messi gi negli anni Settanta ai testi teatrali, alle sceneggiature delle pellicole che lo hanno visto attore e regista.
Carrellata di ricordi attraverso musica e immagini
Una mostra fotografica e multimediale, in oltre 80 scatti privati e immagini d’archivio, locandine, documenti e carteggi inediti. Un viaggio nell’animo di Troisi, una carrellata di ricordi che attraverso musica e immagini pongono l’accento sulle tematiche e sulle passioni di questo attore. Troisi “Pulcinella senza maschera”, come lo defininirono, naturale erede di Eduardo e capace di attualizzare la tradizione partenopea e al tempo stesso di discostarsi dai clich legati a quell’immaginario. Un “mito mite”, un antieroe moderno e rivoluzionario, che ha saputo raccontare nella sua arte, con sincerit, leggerezza e ironia, i timori e le sfide delle nuove generazioni.
Poeta senza definirsi tale
Filo conduttore il suo lato pi sensibile e intellettuale. Troisi stato un poeta senza definirsi tale. Ha scritto versi fin da giovanissimo. Lo ha fatto per ritagliarsi un suo spazio, immerso (e travolto) come era nella routine familiare. Un’esigenza che ha avvertito fino alla fine. Il cerchio si chiuso con Il Postino: qui la poesia non solo testo, ma anche e soprattutto un modo di vivere, un consiglio per chi sa ascoltare. Massimo era veramente stanco. Tutti erano preoccupati per lui, medici compresi. Le persone che gli erano accanto gli consigliavano di fermarsi. Chistu film’o voglio fern’ c’’o core mio, rispondeva. Gi, il cuore. Non cos importante che muoia qualcosa dentro – scriveva Troisi nella poesia “Al mio cuore” -. Io cedo qualche sogno e un po’ di libert. Un compromesso che in fondo accetto per vilt… Ma al mio cuore malandato Almeno a lui ho messo le ali. Non solo a lui.
(“Troisi poeta Massimo”, a cura di Nevio De Pascalis e Marco Dionisi, dal 17 aprile al 30 giugno 2019 a Roma al Teatro dei Dioscuri al Quirinale, ingresso gratuito. Mostra organizzata e promossa da Istituto Luce-Cinecitt con 30 Miles Film, in collaborazione con Archivio Enrico Appetito, Rai teche, Cinecitt si Mostra).
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