Stiamo vivendo un momento di grandi cambiamenti nel mondo dell’automotive. In particolare siamo in piena transizione ecologica con i marchi che stanno cercando di elettrificare la propria gamma. Purtroppo, da questo punto di vista, noi italiani ci siamo trovati un po’ in fuorigioco per diverse ragioni. Per prima cosa la nostra industria automobilistica non stava ancora lavorando su questa tecnologia sino a qualche anno fa, inoltre sul nostro territorio c’è mancanza di infrastrutture e di materie prime per realizzare queste vetture.
Qualcosa però potrebbe presto cambiare. Grazie al geologo Umberto Gioia, infatti, a breve verrà riaperta la prima miniera italiana sotterranea dopo le chiusure degli anni ’80 e ’90. In particolare si tratta del sito di Silius, a 50 km da Cagliari. Al suo interno vi sono oltre 3 milioni di tonnellate di fluorite, un minerale molto prezioso che viene utilizzato, combinato con altri materiali, come elettrolita nelle batterie agli ioni di litio.
Un percorso lunghissimo
L’iter che ha portato a questa riapertura è durato circa 12 anni, la concessione è arrivata solo nel 2023 dalla Mineraria Gerrei, società nata da un’associazione temporanea di impresa tra la Sma Srl di Castegnato e la Edilmac srl di Gorle. Inoltre c’è stato anche l’apporto finanziario di Aruba, azienda leader in Italia dei servizi cloud. L’investimento nel sito è stato pari a 50 milioni di euro e vedrà impiegati un centinaio circa di addetti.
Come spiegato da Gioia al Corriere della Sera, l’obiettivo è quello di rendere operativa la nuova miniera entro la fine del 2025. Le previsioni sono di estrarre 70mila tonnellate di fluorite l’anno e 6.800 tonnellate di galena. A dare un’ulteriore spinta a questa operazione ci ha pensato anche il decreto Materie Prime Critiche 84 del 2024, pensato per diminuire la dipendenza dell’Italia da Paesi come sud America, Africa e Cina da quei minerali che sono poi fondamentali ai fini della transizione ecologica in atto. Naturalmente il nostro Paese non è ricco di terre rare, ma si cercherà di sfruttare al massimo ciò che c’è.
Il problema dell’accettazione sociale
In Europa, entro il 2035, si dovrà arrivare alla totale sparizione delle vetture diesel e benzina in favore di quelle a zero emissioni. Sul tema però sono ancora in corso discussioni per ampliare il discorso anche alle ibride e non circoscrivere la cosa solo alle vetture elettriche. Stando alle prime ricostruzioni, in Sardegna pare che abbiano recepito bene questa nuova apertura vedendola come un’ottima opportunità lavorativa. Inoltre sono state fornite anche rassicurazioni dal punto di vista ambientale.
Gioia però spera che questo sia solo un primo passo verso l’apertura di nuovi siti in Italia e chiede in tal senso impegno da parte delle istituzioni: “Le nuove norme dovrebbero affrontare in modo organico anche il tema dell’accettazione sociale dell’attività mineraria: diversi progetti relativi a materie prime critiche e strategiche, avviati in diverse Regioni (Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio) stanno affrontando significative opposizioni da parte delle comunità locali”. Insomma l’obiettivo è anche quello di istruire la popolazione del nostro Paese sulle opportunità che queste miniere possono offrire sotto tutti i punti di vista. Naturalmente c’è anche una parte che è contraria a queste soluzioni, col tempo vedremo chi avrà ragione. Fuori dai confini italiani ci sono diverse miniere operative, solo pochi mesi fa in Norvegia ad esempio è stato scoperto il più grande giacimento di terre rare in Europa.