AGI – A livello globale, circa una persona su cinque tra chi ha meno di 50 anni, approssimativamente 846 milioni di individui, convive con l’herpes genitale (HSV). A stimarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Sexually Transmitted Infections, condotto dagli scienziati della Cornell University, dell’Università di Bristol e della Qatar Foundation.
Il gruppo di ricerca, guidato da Laith Abu-Raddad, ha valutato la diffusione dell’herpes genitale a livello di popolazione mondiale. Questa condizione, spiegano gli esperti, può dipendere da due tipologie di virus, il tipo 1 (HSV-1) e il tipo 2 (HSV-2), entrambi altamente contagiosi, incurabili e che durano tutta la vita.
L’herpes simplex di tipo 1 si diffonde principalmente nell’infanzia tramite il contatto orale, con conseguenti herpes labiale nella bocca o attorno alle labbra. In alcuni casi, questo agente patogeno può provocare complicazioni neurologiche, oculari, cutanee e delle mucose più gravi.
Con il contatto sessuale, la sua probabilità di diffusione aumenta considerevolmente. L’HSV-2 viene trasmesso quasi interamente per via sessuale, e costituisce la causa principale di vesciche e verruche genitali, ricorrenti e dolorose. Sebbene sia piuttosto raro, il virus di entrambe le tipologie può essere trasmesso ai neonati, che sono particolarmente vulnerabili e rischiano il decesso.
Per stimare in modo coerente la diffusione della patologia, gli scienziati hanno incorporato una serie di recenti revisioni sistematiche complete e analisi di dati aggregati pubblicate fino a marzo 2022. Allo stesso tempo, i ricercatori hanno utilizzato modelli matematici per calcolare l’incidenza e la prevalenza a livello globale e regionale dell’infezione genitale da HSV e dei sintomi correlati nel 2020.
È emerso che durante l’anno, circa 26 milioni di persone di età compresa tra 15 e 49 anni potrebbero aver contratto l’infezione da HSV-2, con circa 520 milioni di pazienti associati a un’infezione preesistente e oltre 200 milioni di individui nella stessa fascia d’età potrebbero aver avuto almeno un focolaio sintomatico.
Come limiti principali dell’indagine, gli autori riconoscono la scarsità di dati per i gruppi nelle due estremità dello spettro di età e gli intervalli relativamente ampi per alcune delle loro stime.
“I nostri risultati – commentano – evidenziano l’importanza di individuare strategie di trattamento e prevenzione per controllare la diffusione dell’infezione, dato che le opzioni attualmente disponibili hanno avuto un impatto modesto”.
“Le infezioni da HSV – concludono – sono ampiamente diffuse in tutte le regioni del mondo, portando a un carico significativo di malattie ulcerose genitali, con ripercussioni sulla salute psicosociale, sessuale e riproduttiva, sulla trasmissione neonatale e sulla trasmissione dell’HIV. C’è urgentemente bisogno di vaccini e farmaci specifici per ridurre il carico economico e salutare di questo agente patogeno”.