AGI – In tribunale a Tempio Pausania saranno prodotte anche le chat che si scambiarono dal 2018 ‘Silvia’, la studentessa italo-norvegese di 23 anni che accusa di violenza sessuale di gruppo Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S, Beppe, e tre suoi amici genovesi, e una sua amica norvegese. Si tratta di messaggi, anche vocali, in inglese, che un perito, in occasione della prossima udienza del processo il 2 maggio prossimo, sarà incaricato di trascrivere e tradurre. Ieri mattina l’amica ‘Mia’ (nome di fantasia) è stata sentita in tribunale, alla presenza di un interprete, in un’udienza molto più celere di quelle che l’hanno preceduta finora; brevità che si spiega col fatto che le parti non sono entrate nel merito dei contenuti delle conversazioni fra le due ragazze.
Il collegio della difesa, che ha chiesto e ottenuto trascrizione e traduzione anche delle comunicazioni che le due amiche si scambiarono l’anno precedente la presunta violenza, attribuisce massima importanza in particolare a due chat, della durata complessiva di mezz’ora. La prima, della durata di 21 minuti, risale al giorno successivo alla notte dei fatti contestati ai quattro imputati, il 18 luglio 2019. È il momento in cui ‘Silvia’ si confida con ‘Mia’ per la prima volta.
Nei primi giorni in cui comunicano fra loro “nessuna delle due ragazze parla di violenza”, sottolineano gli avvocati della difesa Mariano Mameli (che rappresenta Edoardo Capitta) e Antonella Cuccureddu (che assiste Francesco Corsiglia), “e neppure di una denuncia”, che poi sarà presentata da ‘Silvia’ solo al rientro dalla vacanza in Costa Smeralda a Milano, il 21 luglio successivo e solo dopo che ‘Silvia’ si era confidata con la madre.
‘Sei stata manipolata, usata e umiliata non importa se non sei riuscita a reagire, non hai colpa; tu sei troppo buona’, è il senso delle frasi dell’amica norvegese, che cerca di confortare ‘Silvia’. Quando poi la studentessa si decide a denunciare quanto accaduto la notte fra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villa del Pevero in uso alla famiglia Grillo, ‘Mia’ la sostiene: ‘Sono d’accordo, sono con te’.
(l’avvocato Mariano Mameli, difensore di Edoardo Capitta)
Il primo vocale del 18 luglio in cui ‘Mia’ conforta ‘Silvia’ è una risposta a una precedente comunicazione di quest’ultima, che non è agli atti, e ieri mattina la ragazza norvegese non è stata in grado di ricordare su quale canale si fosse svolta. Quel messaggio in inglese dell’amica norvegese a ‘Silvia’ va tradotto e trascritto per il tribunale; le parti ne sono in possesso, ma non è acquisito dal collegio giudicante e non risulta che il pm ne abbia fatto fare una traduzione.
Dal materiale del 2018, invece, i difensori degli imputati contano di ricostruire il grado di confidenza fra le due ragazze, comportamenti precedenti di ‘Silvia’ e anche il loro dialogo a proposito di una precedente violenza che la ragazza avrebbe subito in Norvegia. Stamane a ‘Mia sono state poste solo domande generiche: “Come vi siete conosciute?”, “Per quanto tempo avete avuto contatti di persona e non”.