ROMA – Il commento più divertente all’annuncio dell’assunzione di un numero imprecisato di “Navigator” da parte del ministro del Lavoro Luigi Di Maio è forse quello di Giorgia Meloni, che twitta una scena tratta da “Il Conte Tacchia”, con Paolo Panelli che intima a due giovani Ninetto Davoli ed Enrico Montesano “Dovete anna’ a lavora'”, definendolo un tutorial sulle nuove politiche per il lavoro. Ironie social a parte, della nuova figura professionale collegata all’assegnazione del reddito di cittadinanza non si sa moltissimo, se non che lavorerà a fianco dei centri per l’impiego e delle agenzie private del lavoro, delineando per ciascuno dei disoccupati dei quali si farà carico un percorso di inserimento o reinseimento nel mondo del lavoro.
Non è ancora chiaro se il navigator farà parte delle nuove figure che porteranno i dipendenti dei centri pubblici per l’impiego dagli attuali quasi 8.000 (secondo l’ultimo monitoraggio dell’Anpal) a circa 12.000, grazie all’impiego delle risorse stanziate da un emendamento alla legge di Bilancio (ancora non definitivo pertanto, le risorse a disposizione sono 120 milioni di euro per l’anno 2019 e circa 160, a regime, a partire dal 2020). Infatti il ministro ha detto che verrà selezionato con un colloquio (mentre per le assunzioni del pubblico impiego la legge impone il concorso) e che in caso di ricollocamento riuscito del lavoratore prenderà un bonus (dunque non è una figura stipendiata, verrà pagata a provviggione? Il ministero del Lavoro non dà chiarimenti e l’Anpal al momento ammette di saperne molto poco).
Rep
Reddito di cittadinanza, ecco come sarà erogato
di VALENTINA CONTE
Si tratta, ha spiegato Di Maio ieri sera a “Porta a Porta”, di un facilitatore, un tutor che si farà carico del lavoratore disoccupato seguendone la formazione e il reinserimento lavorativo, che potrebbe passare per un contratto di lavoro ma anche per l’avvio di un’attività autonoma, un percorso che non necessariamente dovrà svolgersi tutto all’interno di un centro per l’impiego, potrebbe anche coinvolgere un’agenzia privata di lavoro.
Il vicepremier M5S ha assicurato che una figura simile esiste “in tutta Europa”, ma è noto che la sua fonte di ispirazione è altrove. Infatti qualcuno parla di “Mississippi Navigator”, riferendosi a Mimmo Parisi, il professore pugliese emigrato nello Stato americano che ha dato vita a un sistema di ricollocamento dei disoccupati che passa per l’università e per una gestione telematica dei dati, attraverso una app. Parisi è da alcune settimane consulente di Di Maio sulle politiche del lavoro. Il sistema del Mississippi funziona bene, ma in un territorio piccolo con un tasso di disoccupazione dimezzato (meno del 5%) rispetto a quello italiano. L’obiezione è che in Italia c’è poco lavoro, e poco da ricollocare, circostanza che ha contribuito al mancato decollo delle politiche attive del lavoro già previste dal Jobs Act.
Altra obiezione è che le risorse previste per le nuove assunzioni siano insufficienti a qualunque forma di rilancio dei centri per l’impiego, e infatti si parla di circa 4.000 nuovi addetti. Rimaniamo dunque anni luce lontani dai quasi 100.000 dipendenti dei centri pubblici per l’impiego della Germania, per esempio. E i percettori di reddito di cittadinanza saranno cinque milioni, annuncia Di Maio (anche se il reddito di cittadinanza è ancora una misura non definita, come ha confermato ieri sera il ministro dell’Economia Giovanni Tria nell’informativa alla Commissione Bilancio della Camera).