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Un milione di specie viventi a rischio estinzione

Apr 22, 2023

AGI – Ogni anno il pianeta perde 4,7 milioni di ettari di foreste, un’area più grande della Danimarca. E si stima che circa un milione di specie viventi – sugli otto milioni che conosciamo – siano oggi a rischio di estinzione. E l’uomo? Anche per lui la salute del pianeta incide sulla salute personale, dal momento che un ecosistema sano contribuisce a proteggerci da molte malattie.

La diversità biologica rende infatti più difficile la rapida diffusione degli agenti patogeni: ne abbiamo avuto una prova con la diffusione del Covid-19, agevolata da certe condizioni atmosferiche. Venti milioni di esseri umani, peraltro, secondo le stime Onu avrà difficoltà nel 2030 ad avere accesso all’acqua potabile, segno che anche la specie umana risente, sensibilmente, del cambiamento in atto.

La Terra chiede aiuto, ed è oggi che gli uomini si uniscono per parlarne. È stato un disastro ambientale a scegliere la data del 22 aprile: non il primo, e decisamente non l’ultimo. “La madre Terra – si legge online sul sito che le Nazioni Unite dedicano al tema – ha chiaramente bisogno di una chiamata all’azione. La natura sta soffrendo”. E questo è il giorno per parlarne.

Tema dell’International Mother Earth Day di quest’anno è “Investire sul pianeta”, e in tutto il mondo oggi 75mila organizzatori si danno da fare, in 193 Paesi, per richiamare l’attenzione sul grido d’aiuto lanciato dalla Natura. Al centro dell’azione internazionale i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dall’Agenda 2030: tra questi l’urgenza di porre fine alla povertà, in tutte le sue forme per cui anche allo sfruttamento massivo delle risorse; promuovere dunque un’agricoltura sostenibile; e garantire la disponibilità di acqua e condizioni igieniche per tutti.

L’Agenda 2030, poi, richiama alla necessità di agire urgentemente per combattere il cambiamento climatico e l’impatto che questo ha sulla Terra, e per salvaguardare gli oceani e le risorse marine. L’Italia sposa questa chiamata all’azione dedicando alla giornata di oggi eventi e appuntamenti: su tutti i 600 appuntamenti in calendario a Roma, dove il Villaggio per La Terra è realizzato in collaborazione con il Movimento dei Focolari di Chiara Amirante.

Per ognuno dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 una piazza multimediale animata da studenti universitari.

Perché il 22 aprile?

Per via di una piattaforma della Union Oil, un’esplosione, e un tragico sversamento di petrolio nelle acque di Santa Barbara, negli Stati Uniti. Era il 22 aprile del 1969: di ambiente si parlava ancora poco e il clima non era ancora in cima alle agende politiche. Fu su iniziativa del senatore democratico Gaylord Nelson che dall’anno successivo, nel 1970, venne realizzata la prima forma di un Earth Day, cui presero parte 20 milioni di persone. Da allora è uno degli obiettivi dell’ONU.

Nel 2009, infatti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 22 aprile come Giornata Internazionale della Madre Terra, siglando la Dichiarazione ufficiale dell’ONU per la Giornata della Madre Terra. In questo modo, gli Stati membri hanno riconosciuto che la Terra e i suoi ecosistemi sono la nostra casa comune e hanno espresso la convinzione che sia necessario promuovere l’Armonia con la Natura per raggiungere un giusto equilibrio tra le esigenze economiche, sociali e ambientali delle generazioni presenti e future.

Nello stesso anno, l’Assemblea Generale ha adottato la sua prima risoluzione sull’Armonia con la Natura. Ciò che serve è un’inversione di rotta, in primo luogo nella mentalità. “Dalla rivoluzione industriale in poi – spiega infatti il sito che le Nazioni Unite dedicano alla Giornata – la natura è stata trattata come un bene che esiste in gran parte a beneficio dell’uomo e i problemi ambientali sono stati considerati risolvibili attraverso l’uso della tecnologia”.

“Per soddisfare i bisogni fondamentali di una popolazione in crescita entro i limiti delle risorse finite della Terra – si legge – è necessario elaborare un modello più sostenibile per la produzione, il consumo e l’economia nel suo complesso”. L’inversione è possibile, ed è possibile adesso. “Le opzioni – continua infatti il report – per ridurre le emissioni di gas serra e adattarsi ai cambiamenti climatici causati dall’uomo sono molteplici, fattibili ed efficaci, e sono disponibili ora, secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici sostenuto dalla scienza”.

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