• 20 Settembre 2024 2:03

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Un italiano su 10 vorrebbe mollare tutto e cambiare vita nel giro di un anno

Lug 24, 2024

AGI – Quasi un lavoratore italiano su 10 vorrebbe cambiare vita nel giro di un anno, lasciarsi tutto alle spalle e regalarsi una nuova esistenza. Il dato emerge da un’analisi condotta dalla società di recruiting Hays Italia e dalla piattaforma digitale per il benessere mentale e centro medico autorizzato Serenis su un campione di quasi mille lavoratori. E se l’8% dice di sentirsi già pronto per questa rivoluzione, il 25% confessa di condividere lo stesso desiderio ma di avere bisogno di più tempo per provare ad attuarlo. Per quasi metà del campione, infine, questa prospettiva resta chiusa in un cassetto. Ma la ricerca fa emergere numerosi altri spunti di riflessione: quasi il 40% degli intervistati, ad esempio, non è affatto contento della propria condizione lavorativa mentre il 60% pensa almeno una volta alla settimana a un cambiamento radicale della propria routine. Numeri che testimoniano un senso di infelicità diffuso tra i lavoratori, tanto che solo il 28% è invece pienamente appagato.

 

Le motivazioni che spingono le persone a desiderare di ‘mollare tutto’ sono molteplici. Oltre alla ‘ricerca della felicità perduta’, ambita dal 60% dei lavoratori, la volontà maggiore tra gli intervistati è quella di migliorare la propria qualità della vita (57%), avere più tempo a disposizione con ritmi meno frenetici (54%) e ridurre lo stress (44%). Tutti elementi che, sottolineano gli analisti di Hays Italia e Serenis, “fotografano una società sempre più lontana dalle esigenze dei cittadini e dei lavoratori”. I problemi però restano fondamentalmente due: la paura di fallire e di non riuscire più a sostenersi economicamente (oltre il 50%) e le conseguenze per il resto della famiglia (47%). La sfida invece verrebbe accettata soprattutto da chi ha avuto modo di approfondire esperienze simili tra i propri conoscenti, ovvero persone che hanno già messo in pratica con successo il loro ‘piano B’. Per gli intervistati, infatti, solo il 6% di questi contatti diretti si è poi pentito della scelta fatta e solo il 4% ha compiuto il viaggio inverso tornando alla situazione di partenza. 

 

Il ‘voltare pagina’ viene poi associato a una riscoperta della natura, di luoghi più autentici, spesso lontani dalla frenesia cittadina, dallo smog, dal traffico e dallo stress. Per il 59% degli intervistati la scelta ricadrebbe in una città marittima, per il 31% il biglietto sarebbe diretto verso un’isola, Sardegna e Sicilia su tutte (oltre a Spagna, Grecia e Indonesia). Il 29%, infine, pensa a uno spostamento verso una località di montagna.

 

Il 32% degli intervistati sarebbe propenso ad aprire una nuova attività, quasi sempre legata al mondo del turismo: in cima ai desideri ci sono l’apertura di un B&B o di un agriturismo. Poi ci sono quelli che sognano di diventare artisti, influencer e nomadi digitali, in linea con una società più legata allo smart working che all’ufficio fisico. L’unico elemento a cui nessuno vuole rinunciare è il collegamento con il mondo: tutti vogliono vivere in luoghi socialmente attivi e non eccessivamente isolati.

 

 

L’identikit di chi vuole ‘mollare tutto’

La ricerca spiega come siano coinvolte in questo ‘sogno’ sia uomini che donne, a prescindere dalla loro situazione economica. Si tratta di persone che vivono principalmente da sole e hanno dai 50 ai 64 anni. Il loro è un profilo tendenzialmente alto (C-level). Allo stesso modo però emergono profili di giovanissimi appena entrati nel mondo del lavoro, di persone che vivono in comuni molto piccoli, al di sotto di 5.000 abitanti, o medio grandi, da 100mila a 500mila, ma anche lavoratori di grandi aziende.

 

I commenti sugli esiti della ricerca

“L’analisi che abbiamo condotto insieme a Serenis ha evidenziato la necessità per le aziende di creare dei punti di ascolto con i propri dipendenti in modo da individuare le possibili cause di insoddisfazione che spesso non dipendono solo dal lavoro in senso stretto, ma anche da fattori personali o esterni – afferma Alessio Campi, People & Culture Director di HAYS Italia – Gli imprenditori devono continuare a investire mettendo al centro la qualità della vita dei propri dipendenti e adottando politiche per ridurre lo stress, oggi considerati elementi fondamentali per trattenere o attrarre i talenti. Oltre ai benefit che garantiscono un buon equilibrio tra privato e lavoro come la flessibilità, per molti lavoratori è sempre più importante avere un sostegno in alcuni momenti particolari della propria vita, come la nascita di un figlio o per esigenze di salute. Sono questi gli aspetti che possono convincere tanti collaboratori a non ricercare la propria felicità altrove.”

 

“La ricerca della felicità e il desiderio di migliorare la qualità della vita sono le principali motivazioni che spingono sempre più lavoratori a considerare un cambiamento radicale della propria esistenza,” afferma la Dott.ssa Martina Migliore, Direttrice della Formazione e psicoterapeuta di Serenis. “Questo fenomeno riflette una crescente insoddisfazione e un bisogno di ritrovare sé stessi, spesso soffocati dai ritmi frenetici e dalle pressioni del lavoro. Tuttavia, la paura di fallire e le preoccupazioni economiche sono ostacoli significativi. Per chi desidera intraprendere questa strada, è fondamentale seguire alcuni consigli, tra cui: pianificare con cura ogni aspetto del cambiamento, dalla situazione finanziaria alle nuove opportunità professionali, per ridurre i rischi di insuccesso; cercare il sostegno di amici e familiari per mantenere la motivazione e affrontare eventuali difficoltà; essere consapevoli delle sfide emotive e psicologiche che un cambiamento radicale comporta e lavorare su sé stessi, con l’aiuto anche di uno psicoterapeuta, per sviluppare la  necessaria resilienza; acquisire nuove competenze e conoscenze nel settore in cui si desidera entrare per aumentare le probabilità di successo. Se possibile, inoltre, è bene adottare il nuovo stile di vita in modo graduale, ad esempio con periodi di prova o progetti part-time, per valutare la fattibilità e l’adattabilità. Infine, è importante che chi decide di intraprendere una nuova strada lo faccia con consapevolezza, preparazione e supporto adeguato, per trasformare un sogno nel cassetto in una realtà sostenibile e appagante.”

 

 

 

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