di Andrea Ramazzotti
domenica 16 ottobre 2016 10:19
INVIATO AD APPIANO – A San Siro oggi contro il Cagliari sono attesi per la quarta volta su quattro più di 40.000 spettatori (tra i 43 e i 44 mila), ma per i nerazzurri non saranno solo applausi. O almeno non saranno solo applausi per Icardi. Tra il capitano e la curva Nord si è creata una profonda frattura complice l’autobiografia presentata da Maurito in settimana.
ICARDI ACCUSA – Il sasso nello stagno lo ha gettato l’attaccante in uno dei capitoli del libro: «Dopo che avevamo perso 3-1 sul campo del Sassuolo (1 febbraio 2015, ndr) – ha scritto – i tifosi ci chiamano sotto la curva. Trovo il coraggio di affrontarli, insieme a Guarin. Mentre mi avvicino mi arrivano insulti e grida di ogni genere. Attaccato alla rete c’è un bambino che mi chiama: vuole la mia maglia. Me la tolgo e, come regalo, gliela lancio insieme ai pantaloncini. Un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non l’ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: “Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Credi di essere forte?”. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo. (…) Nello spogliatoio vengo acclamato come idolo».
FOTO: WANDA NARA ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO
RISPOSTA CURVA – Oggi gli ultras faranno sentire la loro risposta, ma già ieri Franco Caravita, leader storico della Nord, ha tuonato: «Per noi ha finito di essere il capitano dell’Inter. Ha detto una serie di bugie, come per esempio la storia del bambino. Non c’erano i presupposti per questa “sparata” anche perché nessuno lo ha mai minacciato. Anzi… Forse ha voluto fare un po’ di pubblicità al libro accoltellando alla schiena i suoi tifosi. Invitiamo gli interisti a non comprare quel libro. La gente, soprattutto quando non ci sono i risultati, va rispettata».