PARIGI – Anche in Francia occhi puntati sulla Loi des Finances del governo. Il ministro delle Finanze Michel Sapin ha presentato la legge di bilancio per il 2017. La gauche mantiene (almeno a parole) la promessa fatta alla Commissione europea: per la prima volta da quando esiste il Patto di Stabilità, il deficit dovrebbe scendere sotto al 3%, esattamente al 2,7% del Pil, rispetto al 3,3% del 2016.
Cinque anni fa François Hollande aveva promesso di ridurre drasticamente il deficit, allora al 4,8% e che finora non è mai stato allineato con i parametri di Bruxelles. Ma ci sono molti dubbi sulla possibilità reale che avvenga. L’organo di controllo sui conti pubblici – Haut Conseil des finances publiques – ha già bocciato la credibilità della legge di bilancio, giudicando”improbabile” la previsione del 2,7% di deficit sul Pil, anche perché la sinistra, con la campagna elettorale per le presidenziali di maggio che si avvicina, ha varato sgravi fiscali per circa 5 milioni di contribuenti (pari a 1 miliardo di euro di mancato gettito) e nuove spese (pari a 7,4 miliardi di euro). A suscitare perplessità è anche la previsione di crescita (1,5%) inserita nella Loi des Finances, giudicata troppo ottimista da molti esperti. Il Fondo monetario ha già abbassato a 1,2% l’aumento del Pil francese per l’anno prossimo.
“Abbiamo presentato un bilancio serio e coerente” si è difeso il ministro Sapin. La spesa pubblica francese rimane tra le più alte d’Europa, pari al 54,6%, ma Hollande può rivendicare di aver tagliato due punti rispetto all’inizio del suo mandato, con risparmi in particolare sul sistema sanitario e gli enti locali. “In tutto abbiamo realizzato 46 miliardi di risparmi tra il 2012 e il 2017” ha precisato Sapin.
D’altro canto si sa che se la destra vincerà le prossime elezioni a maggio, come sembra probabile almeno stando agli attuali sondaggi, la Francia non cambierà la Loi des Finances e non rispetterà il famoso parametro del 3%. Lo ha detto chiaramente Nicolas Sarkozy (“Ora la priorità è sostenere la crescita”) e lo dicono tutti gli altri candidati alle primarie a destra, compreso Alain Juppé (che ipotizza però di sforare solo nel 2017 per tornare sotto al 3% l’anno dopo). Mentre il governo italiano è costretto in questi giorni a trattare la flessibilità e combattere per uno zero virgola in più sul deficit, in Francia è è quasi certo che nel 2017 non saranno rispettati i parametri di Bruxelles.